Lusevera, il sindaco Guido Marchiol nominato Cavaliere della Republica
LUSEVERA. È stato un anniversario del 2 giugno particolarmente significativo per l’alta val Torre: al teatro Giovanni da Udine, nel pomeriggio del giorno dedicato alla Festa della Repubblica, il...
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LUSEVERA. È stato un anniversario del 2 giugno particolarmente significativo per l’alta val Torre: al teatro Giovanni da Udine, nel pomeriggio del giorno dedicato alla Festa della Repubblica, il sindaco di Lusevera, Guido Marchiol, è stato infatti insignito, assieme ad altri sette sindaci della nostra regione, dell'onorificenza di Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica italiana.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva firmato il decreto il 13 gennaio 2017.
I discorsi ufficiali, durante la cerimonia, sono stati improntati all’importanza e ai valori e dell’accoglienza, della solidarietà e dell’integrazione, anche visto che i primi cittadini oggi neocavalieri della Repubblica operano proprio in Comuni dove vengono ospitati migranti.
«Per me – dichiara il sindaco Guido Marchiol – è stato una grande onore ricevere dalle mani del prefetto questo riconoscimento».
«Durante la cerimonia – continua il primo cittadino di Lusevera – il mio pensiero però non ha potuto che andare, con immenso dolore, anche agli aspetti più drammatici delle migrazioni attuali, a tutti coloro, cioè, che hanno perso la loro vita cercando soltanto di raggiungerne una migliore». (b.c.)
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva firmato il decreto il 13 gennaio 2017.
I discorsi ufficiali, durante la cerimonia, sono stati improntati all’importanza e ai valori e dell’accoglienza, della solidarietà e dell’integrazione, anche visto che i primi cittadini oggi neocavalieri della Repubblica operano proprio in Comuni dove vengono ospitati migranti.
«Per me – dichiara il sindaco Guido Marchiol – è stato una grande onore ricevere dalle mani del prefetto questo riconoscimento».
«Durante la cerimonia – continua il primo cittadino di Lusevera – il mio pensiero però non ha potuto che andare, con immenso dolore, anche agli aspetti più drammatici delle migrazioni attuali, a tutti coloro, cioè, che hanno perso la loro vita cercando soltanto di raggiungerne una migliore». (b.c.)
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