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I vitalizi d'oro degli ex parlamentari del Fvg

La pensione più ricca per l’ex ministro udinese Mario Toros (oltre sei mila euro). Chi ha fatto una sola legislatura supera di poco i 2 mila euro

2 minuti di lettura
Il Parlamento italiano (ansa)

UDINE. È di Mario Toros, 94 anni, più volte ministro e sottosegretario negli anni Settanta nei governi Moro e Rumor, il vitalizio più pesante tra quelli erogati agli ex parlamentari del Friuli Venezia Giulia. Il suo assegno netto mensile supera i 6.200 euro, frutto di 34 anni ininterrotti tra Camera e Senato, dal 1953 al 1987.

Ma potrebbe essere proprio lui, assieme a un’altra piccola schiera di pensionati d’oro, a subire i tagli più consistenti (fino al 40 per cento per le somme rilevanti) se la riforma Richetti, passata ieri pomeriggio alla Camera con 348 voti favorevoli, dovesse diventare definitivamente legge, dopo il vaglio del Senato, previsto prossimamente. Montecitorio ha dato il via libera in prima lettura al Ddl sul ricalcolo dei vitalizi con il metodo contributivo, solo 17 i contrari.

A favore hanno votato Pd, M5S, Lega e Sinistra Italiana. Alle spalle dell’udinese Toros un parlamentare pordenonese, Mario Fioret, 87 anni, che ha frequentato i palazzi della politica romana per tre decenni. Anche lui supera, seppur di poco, la fatidica soglia dei 6 mila euro netti.

Chiude l’ideale podio degli ex politici più ricchi l’avvocato udinese Piergiorgio Bressani, 88 anni, già sindaco di Udine e membro del Consiglio superiore della magistratura, oltrechè per 28 anni in Parlamento, che può vantare un vitalizio mensile di 5.903 euro. Il suo incarico più prestigioso, a palazzo Chigi, come sottosegretario alla presidenza del Consiglio (il ruolo che oggi ricopre Maria Elena Boschi, ndr) tra il 1973 e il 1980.

Sono questi gli esempi più eclatanti che riguardano deputati e senatori di casa nostra. L’elenco complessivo però è molto più lungo e riguarda 37 ex eletti nelle varie tornate in Friuli Venezia Giulia che hanno diritto al vitalizio, almeno da quanto risulta dagli elenchi di Montecitorio e palazzo Madama. Le cifre che vengono attribuite a ciascun soggetto risalgono al 2013, anno di inizio di quest’ultima legislatura, ma da allora a oggi non ci sono state grandi variazioni negli importi.

C’è da segnalare inoltre che, nella lista, non sono stati contemplati gli eredi (moglie o figli) che hanno diritto alla reversibilità, nei casi in cui il politico sia deceduto. E dunque vediamo altri casi di maxi rendite, che sono davvero tanta roba paragonate con i modesti importi delle pensioni minime, che spesso non superano gli 800 euro al mese. Tra i “paperoni” ci sono anche il comandante triestino Giulio Camber, esponente di primissimo piano di Forza Italia, che per i suoi 26 anni in Parlamento percepisce un vitalizio di oltre 5.800 euro.

Lo segue, con circa 5.500 euro, un altro storico rappresentante della Prima repubblica, l’ex ministro (della Funzione pubblica e successivamente dei Trasporti), l’udinese Giorgio Santuz, 81 anni, che raggiunse l’apice della sua carriera negli anni Ottanta. Con poco più di 5 mila euro di vitalizio troviamo anche Antonino Cuffaro, classe 1932, esponente di spicco del Pci, eletto alla Camera negli anni Settanta e Ottanta nel collegio di Trieste. Scorrendo la classifica troviamo il senatore di Gemona Giovanni Collino con oltre 4.300 euro per i suoi 16 anni di Senato a Roma nelle file di Alleanza nazionale e Popolo della Libertà.

Lo segue un altro big azzurro, grande manovratore nella Seconda Repubblica, quel Ferruccio Saro, ancora oggi molto ascoltato nei palazzi che contano. Il politico originario di Martignacco (di estrazione socialista) supera di poco i 4 mila euro di vitalizio “romano”, ai quali si aggiungono altri 5 mila (ma stavolta lordi) di assegno della Regione, dopo il taglio voluto dalla giunta Serracchiani.

Nel pattuglione tra i 3 e i 4 mila euro ritroviamo il carnico Diego Carpenedo, il leghista della prima ora Roberto Visentin, il senatore Francesco Moro, l’ex sottosegretario triestino Roberto Antonione, l’ex presidente di Slow Food Giulio Colomba, il noto vignaiolo Manlio Collavini (15 anni per lui a Roma con Berlusconi) e i due leghisti Rinaldo Bosco e Pietro Fontanini, quest’ultimo ancora sulla breccia, con possibilità di candidatura al Comune di Udine nel 2018 per il cenrodestra.

I vitalizi più leggeri, ma comunque oltre i 2 mila euro, cifra che molti pensionati si sognano nonostante una vita di lavoro, appartengono ai deputati e senatori che a Roma hanno fatto un solo giro, come si dice in gergo. Cioè chi, per un motivo o per un altro, non è stato rieletto. Tra di loro l’attuale presidente della Paritetica Stato-Regione Ivano Strizzolo, con poco meno di 2.400 euro. Cifre più basse in assoluto per la triestina Antonietta Vascon e per la friulanista Silvana Fachin, con circa 2.050 euro netti al mese.

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