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Servono 8,8 milioni di euro per ristrutturare l'ospedale di Gemona

Oltre al tetto bisogna rifare l’impianto antincendio e quello elettrico. Il direttore Benetollo: stiamo investendo per risolvere il nodo delle infiltrazioni

2 minuti di lettura

GEMONA. Altroché polemiche per qualche infiltrazione in occasione del maltempo. Le carenze strutturali e le esigenze dell’ospedale di Gemona sono tali e tante che per risolverle si dovranno spendere 8,8 milioni di euro. Si va dall’adeguamento alle norme antincendio agli impianti elettrici e di condizionamento, fino all’adeguamento antisismico. Inutile dire che l’Azienda sanitaria 3, per quanto si sia già impegnata in questo senso, tutti questi soldi, al momento non li ha.

Quello delle infiltrazioni attraverso il tetto del presidio ospedaliero, fa presente il direttore generale Pier Paolo Benetollo, è un problema di vecchia data. Costruito dopo gli eventi sismici del 1976, l’edificio ha ottenuto l’agibilità dal Comune di Gemona nel 1989, ma il tetto piatto dell’edificio, già nel 1990 presentava cedimenti. Dopo alcuni interventi di sigillatura, nel 1999 iniziarono i lavori di rifacimento della copertura che costarono la ragguardevole cifra di un miliardo di vecchie lire. Eppure, nel 2008 si resero necessarie alcune riparazioni straordinarie, che furono ripetute nel 2009, nel 2011, nel 2012, nel 2013, nel 2014, nel 2015 e nel 2016, sempre per lo stesso motivo.

Un vero e proprio buco nero che ha risucchiato fior di investimenti. Eppure, quel tetto a copertura piana non tiene. «Il problema è ampiamente noto a chi si preoccupa del presidio ospedaliero per la salute di Gemona – osserva Benetollo – e risale all’origine dell’edificio. È stato gestito in questi anni da tutte le amministrazioni che si sono succedute. Gli interventi avviati da questa amministrazione stanno realizzando una soluzione definitiva, senza clamori e senza guardare al passato, ma cercando seriamente, con il lavoro quotidiano, di lavorare su quello che abbiamo ricevuto e di lasciarlo in condizioni migliori a chi ci succederà».

Con questo obiettivo nei mesi scorsi è stato avviato il primo stralcio dei lavori di rifacimento della copertura. Si tratta di un investimento da 600 mila euro, cui se ne aggiungerà un secondo di eguale valore.

«C’è stato chi si è preoccupato di segnalare che a Gemona manca l’elisuperficie e che ci sono sale d’attesa non condizionate – osserva Benetollo – ma il Pos di Gemona abbisogna di una più vasta serie di interventi legati all’età dell’edificio, alle nuove normative e alle esigenze di comfort richieste».

A fronte di tutte queste esigenze, già nel Piano di azione locale del 2016, a suo tempo presentato alla Conferenza dei sindaci, l’Azienda ha individuato gli interventi di messa a norma necessari per il Presidio ospedaliero per la salute di Gemona. Sono cifre da capogiro: prevedono il primo stralcio per la messa a norma dell’impianto antincendio che richiederà 700.000 euro di investimenti, quindi il secondo stralcio per il rifacimento della copertura per altri 600.000 euro, cui si sommeranno 850 mila euro per realizzare le centrali di trattamento aria e 950 mila euro per l’adeguamento funzionale secondo criteri di accreditamento.

Un ulteriore stralcio per l’adeguamento antincendio costerà 700 mila euro, più altri 900 mila per l’adeguamento linee e quadri elettrici e addirittura 3,8 milioni per il primo lotto di adeguamento antisismico, infine 350 mila per l’adeguamento del capannone. «Sulla base di queste valutazioni – conclude Benetollo – l’Azienda sta ricercando le relative coperture economiche, evidentemente ingenti, pianificando gli interventi su base poliennale, e programmando i lavori secondo criteri di priorità che devono tener conto di valutazioni tecniche serie e non estemporanee».

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