La sconfitta dei "no-vax" in regione: presto 50 bambini esclusi da scuola

In Fvg linea dura nei confronti dei genitori antivaccinisti che continuano a opporsi alla legge. Più controlli anche sulle autocertificazioni: l'obiettivo adesso è raggiungere nuovamente l'immunità di gregge e rientrare nella soglia del 95% di copertura garantita ai bimbi. Dati, storie e approfondimenti sul caso vaccinazioni obbligatorie a scuola
I genitori dovranno dimostrare all’istituto scolastico di aver richiesto l’appuntamento per eseguire le vaccinazioni dei propri figli. Viceversa i bambini verranno rimandati a casa. Arriva la stretta sui “no vax”, ed è contenuta nella bozza della circolare che verrà emanata martedì, 19 settembre.
Stretta sui no-vax
La Regione non scende, quindi, a compromessi con le famiglie che hanno dichiarato di chiedere un colloquio per discutere dell’obbligo vaccinale, oppure non hanno presentato alle scuole la copia della raccomandata in cui si attesta la volontà di vaccinare. «In entrambi i casi bambini non potranno frequentare l’asilo o la scuola materna in quanto l’obbligatorietà non è in discussione», annuncia Paolo Pischiutti, direttore regionale dell’area prevenzione e promozione della Salute. Secondo una prima stima, in base a questa nuova direttiva, sarebbero più di una cinquantina i bimbi che rischiano di essere esclusi dai servizi scolastici in tutto il Friuli Venezia Giulia.
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Sono salvi, almeno per ora, invece, quei genitori – quasi duecento solo nell’area udinese - che hanno presentato formale richiesta di appuntamento per “l’eventuale esecuzione delle vaccinazioni”. «Il decreto e le circolari sono abbastanza chiare – precisa Pischiutti - e giustamente scuole e aziende sanitarie sono perplesse di fronte a tali autodichiarazioni temendo una volontà di aggirare il problema. Molti avrebbero voluto una linea dura anche per questi genitori e le loro autocertificazioni, escludendo i loro figli dalla frequenza scolastica. Tuttavia volendo tenere aperta la porta delle possibilità si ritiene opportuno credere nella volontà di vaccinare i propri figli anche per questi ultimi esempi e quindi sarà possibile ammetterli a scuola, sapendo che la loro posizione sarà verificata quanto prima».
Infatti, i controlli scatteranno molto prima rispetto al 10 marzo, data ultima scelta dal Ministero per regolarizzare le posizioni di tutti gli studenti fino ai 16 anni. I dirigenti scolastici trasmetteranno alle Aziende sanitarie - entro il 20 ottobre 2017 per i nidi e le scuole dell’infanzia e il 20 novembre 2017 per la scuola dell’obbligo - l’elenco degli iscritti che hanno autocertificato e autorizzato il trattamento dei dati. Le Aas provvederanno poi a restituire gli elenchi, indicando i soggetti non in regola con gli obblighi vaccinali che non ricadono nelle condizioni di esonero, omissione o differimento delle profilassi. Quindi, già dai primi giorni di novembre le Aziende Sanitarie saranno in grado di capire chi tra quei genitori che hanno richiesto l’incontro “per l’eventuale esecuzione delle vaccinazioni” vuole effettivamente procedere alla profilassi e chi no.
La Regione ha poi previsto una “sanatoria” per chi non ha consentito il trattamento dei dati. «Il genitore che non ha autorizzato la trasmissione dello stato vaccinale dalla scuola all’Azienda sanitaria dovrà – avverte Pischiutti - entro il 10 marzo 2018 far pervenire all’istituto un’idonea documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie. In caso contrario il minore non potrà più accedere ai servizi. Chi, invece, ha autorizzato il trattamento dei dati sensibili, non dovrà presentare più alcun documento. Sarà compito dell’Aas».
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«Dopo i primi giorni di apertura dell’anno scolastico, anche a seguito di alcuni episodi controversi – conclude Pischiutti -, si è ritenuto opportuno fare alcune precisazioni in merito all’entrata in vigore del decreto legge. La normativa indica l’obiettivo di prevenire la diffusione di malattie infettive nella popolazione da 0 a 16 anni attraverso uno strumento di medicina preventiva di comunità la cui obbligatorietà si è resa necessaria sia per la gravità delle malattie sia per la necessità di contrastare la cosiddetta “esitazione vaccinale” che spinge molte persone a non far vaccinare i figli. I primi a farne le spese sono proprio quei bambini che non hanno ricevuto la profilassi e che corrono il rischio di contrarre malattie gravi».
La prevenzione torna ai livelli di sicurezza
«Non abbiamo ancora dati certi, ma le previsioni e le prime indicazioni ci dicono che l’immunità di gregge verrà raggiunta a breve». E’ soddisfatta l’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca.
Alla fine dello scorso anno risultavano 8 mila i piccoli che non avevano effettuato la regolare dose del vaccino esavalente e 11 mila quelli che non avevano ricevuto l’antimorbillo. In particolare per quest’ultima malattia, negli ultimi dieci anni, come aveva dimostrato anche il report 2016 della Regione, la percentuale della copertura vaccinale era diminuita del 9% passando dal 92 all’83% con un crollo verticale a partire dal 2013. Nel frattempo anche per effetto dell’arrivo del nuovo decreto, soprattutto nel mese di luglio e agosto, molti hanno cominciato a mettersi alla pari con il calendario vaccinale. Un trend positivo che è continuato a ritmi ancor più sostenuti in questi primi giorni dell’anno scolastico. Da qui la speranza di arrivare al fatidico 95% di bambini vaccinati, percentuale che è sinonimo di “immunità di gregge”.
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I dati del 2016, quando ancora non era entrata in vigore il decreto legge che rende obbligatori 10 vaccini per l'ingresso a scuola, raccontano un Friuli Venezia Giulia con una copertura vaccinale più bassa rispetto alla media italiana. Vagliando vaccino per vaccino, sono poche le eccezioni. Nel caso del morbillo la copertura (83,4%) è più bassa della media nazionale (87,6%,) che a sua volta non raggiunge il 95%, soglia considerata necessaria per garantire l'immunità di gregge. La disaffezione nei confronti di questo vaccino è cominciata qualche anno fa, nel 2013.
Il Friuli Venezia Giulia ha terreno da conquistare per la profilassi contro lo penumococco (la copertua si attesta all'81,40% contro l'88,35% della media nazionale). Ma è rimasto indietro anche per tutti e sei i vaccini che in genere vengono somministrati con l'esavalente (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, haemophilus influenzae di tipo B). In nessuno di questi nel 2016 è stata raggiunta la soglia di sicurezza. In alcuni casi, come per il Meningococco B, la copertura è particolarmente bassa a livello nazionale (14,72%) e non pervenuta a livello regionale. Ma si tratta di un vaccino messo a punto da poco e entrato solo nel più recente Piano nazionale prevenzione vaccinale. In soli due casi il Friuli Venezia Giulia spicca tra le altre regioni: per la varicella (74,51% contro 46%) e per il meningococco C (85,41% contro 80,67%).
Domanda e risposta: i sei quesiti più frequenti dei genitori
1. Quali sono i documenti e i termini da rispettare?
I genitori dovevano presentare adeguata documentazione entro l’11 settembre 2017 per i nidi e le scuole dell’infanzia; entro il 31 ottobre 2017 per la scuola dell’obbligo (primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado). L’adeguata documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni è una delle seguenti forme: autodichiarazione (la Regione ne ha predisposto un fac simile); il certificato vaccinale rilasciato dall’Azienda sanitaria che attesta la regolarità dei requisiti previsti; il libretto vaccinale considerata “idonea documentazione”, ma solo se vidimata dal servizio vaccinale dell’Azienda Sanitaria; l’esonero, l’omissione o il differimento delle vaccinazioni obbligatorie (documentazione firmata dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta). Chi non avesse ancora regolarizzato le vaccinazioni deve dimostrare di avere la volontà di farlo entro il 10 marzo.
2. Chi mi dice quali vaccini ha fatto mio figlio?
La Regione ha messo a disposizione il numero unico 040 9897327, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19. I genitori che hanno intenzione di vaccinare i figli e che hanno la preoccupazione di non essere in tempo possono telefonare e fornire i nominativi per la prenotazione. Questo numero, però, non dà direttamente risposte ai genitori sulla stato vaccinale del bambino ma devia la chiamata al servizio competente, ovvero all’Azienda sanitaria o al distretto territoriale di residenza della persona che chiama. Il centralinista prende appunti e smista le telefonate. Chi vuole approfondire lo stato di salute del figlio o prendere appuntamenti o ritirare il certificato vaccinale può rivolgersi al numero unico ma poi deve recarsi di persona nel dipartimento di prevenzione della propria Azienda. Vista la riduzione delle chiamate, il numero unico verrà a breve dismesso, mentre resterà valida la mail infovaccini@regione.fvg.it
3. Che cosa prevede la legge Lorenzin?
La legge Lorenzin parla chiaro. La mancata somministrazione dei vaccini obbligatori preclude l’iscrizione agli asili nido e alle scuole materne. Per il mancato rispetto dell’obbligo da parte di bambini e ragazzi più grandi, invece, la frequenza è possibile ma è prevista una sanzione di tipo amministrativo (da 100 a 500 euro) dopo aver accertato la volontà di non vaccinare. Sono esonerati dall’obbligo i bambini e i ragazzi già immunizzati a seguito di malattia naturale, e i bambini che presentano specifiche condizioni cliniche che rappresentano una controindicazione permanente e/o temporanea alle vaccinazioni. I bambini i cui genitori non hanno consegnato alcuna documentazione o hanno dichiarato che i loro figli non sono vaccinati, senza aver richiesto l’appuntamento, non possono frequentare nidi e asili
4. Quali atti compilare: regionali o nazionali?
La circolare regionale segue la norma nazionale. Si differenzia solamente nella parte riguardante l’autocertificazione dall’informativa per l’autorizzazione alla trasmissione dei dati. Il consenso al loro trattamento non è obbligatoria, in base alla direttiva che verrà emanata oggi. Può anche non essere firmata dal genitore. In quel caso, però, il genitore che non ha autorizzato la trasmissione dello stato vaccinale dalla scuola all’Aas dovrà entro il 10 marzo 2018 far pervenire all’istituto un’idonea documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie. Chi, invece, ha autorizzato il trattamento dei dati sensibili, non dovrà presentare più alcun documento. Alcuni giorni fa il ministero aveva dato ragione al Fvg sulla privacy. L’ufficio 5 “Prevenzione delle malattie e profilassi” del ministero aveva definito come “procedura semplificata” la richiesta della Regione alle famiglie al trattamento dei dati.
5. Quali sono le profilassi e a partire da che età?
Con la nuova legge diventano obbligatorie 10 vaccinazioni necessarie per la frequenza scolastica di bambini e ragazzi di età compresa fra 0 e 16 anni a seconda della nascita: difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae tipo b, morbillo, parotite, rosolia e varicella (quest’ultima solo a partire dai nati nel 2017). Le prime sei scattano dal terzo mese di nascita. Seguono poi i richiami per le altre. E’ possibile aggiornarsi anche sul sito della Regione nella sezione dedicata alle vaccinazioni. L’obbligatorietà si è resa necessaria sia per la gravità delle malattie che si vuole prevenire sia per la necessità di contrastare la cosiddetta “esitazione vaccinale” che spinge molte persone a non far vaccinare i propri figli o a non effettuare le profilassi per se stessi. I primi a fare le spese della crescente esitazione vaccinale sono i bambini non immunizzati che corrono il rischio di contrarre malattie gravi
6. Come posso attestare l'esenzione per malattia?
Sono esonerati dall’obbligo i bambini e i ragazzi fino ai 16 anni già immunizzati a seguito di malattia naturale, e i bambini che presentano specifiche condizioni cliniche che rappresentano una controindicazione permanente e/o temporanea alle vaccinazioni. Nel primo caso il genitore deve notificare l’avvenuta malattia attraverso il pediatra di libera scelta o il medico di medicina generale. La certificazione è essenziale per essere esonerati dall’obbligo e deve essere comunicata all'Azienda sanitaria in cui si risiede. Qualora mancasse la certezza dell’avvenuta malattia il genitore può far svolgere sul proprio bambino un esame di sierologia sugli anticorpi sviluppati dal piccolo ma il costo è a carico della famiglia. Anche per i bimbi che devono evitare le vaccinazioni, nel caso in cui la profilassi possa mettere in pericolo la sua salute, devono avere con sé il certificato medico che attesti il reale rischio
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