Bonus anti povertà, più aiuti alle famiglie: assegno per 30 mesi
L’esecutivo cambia le regole per 13 mila beneficiari. La misura viene integrata con quella nazionale: nessuno stop
di Elena Del Giudice
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UDINE. Due provvedimenti un solo obiettivo: sostenere le famiglie in difficoltà economica. Uno è nazionale, l’altro è regionale. Hanno regole e modalità di applicazione diverse e, peraltro, la normativa nazionale è stata modificata con la conseguenza che a novembre verrà sospesa e fino a gennaio 2018 non entrerà in vigore quella nuova. Uno scenario complicato che avrebbe potuto determinare difficoltà per coloro che, come entrata, hanno solo quella garantita da Stato e Regione. Ed è proprio per evitare l’insorgere di questi problemi, e allo stesso tempo coordinare le due misure di sostegno alle famiglie (ben 13 mila in Friuli Venezia Giulia) che la giunta regionale ha approvato ieri un disegno di legge, presentato dall’assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, che punta a cogliere tutti gli obiettivi.
Si chiama Mia, Misura di inclusione attiva, lo strumento varato in Fvg nel 2015 per aiutare i cittadini in difficoltà. Rei, Reddito di inclusione, è invece la denominazione del nuovo strumento di contrasto alla povertà approvato dal governo e che sarà operativo dal prossimo anno. Il Fvg ha anticipato lo Stato nel definire interventi mirati di sostegno alle famiglie legati a specifici progetti personalizzati che hanno l’obiettivo di far uscire persone e nuclei familiari dalla condizione di povertà. «Si tratta di strumenti che hanno la medesima finalità e che devono essere allineati, per definire le stesse modalità di accesso da parte delle persone, ma anche per evitare che ci siano discontinuità nell'erogazione dei benefici».
La misura nazionale che ha modificato la Sia, si avvicina molto al provvedimento del Fvg. Partendo dall’Isee, salito da 3 a 6 mila euro, per arrivare all’estensione alle famiglie senza figli, mentre in precedenza le escludeva. Guarda anche alle persone che hanno più di 55 anni e hanno perso il lavoro.
«Per la nostra regione confrontarsi con le disposizioni nazionali era doveroso, anche perché il Rei diventa un diritto esigibile. Su questa base si inserisce la nostra misura regionale che ha una base di potenziali beneficiari più ampia. La domanda che i cittadini dovranno presentare è una sola - spiega Telesca -. Non è che una famiglia deve depositate una richiesta per beneficiare del Rei e un’altra per la Mia. La richiesta è una e sulla base dei requisiti specifici di ciascuna, si vedrà se ricade nell’ambito di applicazione della norma nazionale oppure di quella regionale». Ciò che può cambiare è l’importo, visto che il sostegno regionale arriva ad un massimo di 550 euro mensili, superiore al tetto definito dallo Stato, che è di 400 euro. E’ evidente che, stando così le cose, nel momento in cui la Regione riconosce ad un richiedente che ne ha diritto, ad esempio, 550 euro mensili, di questi 400 saranno a carico dello Stato. Ne consegue che «a regime si potrebbero liberare delle risorse che potremmo destinare sempre al contrasto alla povertà, magari estendendo la platea dei beneficiari - prosegue l’assessore Telesca -. Ma questo è un approfondimento che faremo in seguito».
In questa revisione del sistema entrano anche le scadenze. La misura regionale prevedeva un’erogazione per 12 mesi, una sospensione di due e un’altra tranche da 12. La norma nazionale ha definito 18 mesi di erogazione continuativa del beneficio economico, a cui seguono sei mesi di interruzione e una seconda erogazione per altri 12 mesi. «Anche qui cerchiamo di armonizzare le procedure - annuncia Telesca -, per cui alle persone o famiglie che hanno concluso il primo periodo e necessitano del secondo, assegniamo il beneficio per altri 18 mesi, in questo modo arriviamo ai 30 mesi complessivi previsti dallo Stato».
La Mia resterà nella fase sperimentale fino a settembre 2018, dopodiché «al pari di quella nazionale, dovrà diventare uno strumento strutturale a disposizione delle famiglie che necessitano di aiuto», conclude l’assessore.
Si chiama Mia, Misura di inclusione attiva, lo strumento varato in Fvg nel 2015 per aiutare i cittadini in difficoltà. Rei, Reddito di inclusione, è invece la denominazione del nuovo strumento di contrasto alla povertà approvato dal governo e che sarà operativo dal prossimo anno. Il Fvg ha anticipato lo Stato nel definire interventi mirati di sostegno alle famiglie legati a specifici progetti personalizzati che hanno l’obiettivo di far uscire persone e nuclei familiari dalla condizione di povertà. «Si tratta di strumenti che hanno la medesima finalità e che devono essere allineati, per definire le stesse modalità di accesso da parte delle persone, ma anche per evitare che ci siano discontinuità nell'erogazione dei benefici».
La misura nazionale che ha modificato la Sia, si avvicina molto al provvedimento del Fvg. Partendo dall’Isee, salito da 3 a 6 mila euro, per arrivare all’estensione alle famiglie senza figli, mentre in precedenza le escludeva. Guarda anche alle persone che hanno più di 55 anni e hanno perso il lavoro.
«Per la nostra regione confrontarsi con le disposizioni nazionali era doveroso, anche perché il Rei diventa un diritto esigibile. Su questa base si inserisce la nostra misura regionale che ha una base di potenziali beneficiari più ampia. La domanda che i cittadini dovranno presentare è una sola - spiega Telesca -. Non è che una famiglia deve depositate una richiesta per beneficiare del Rei e un’altra per la Mia. La richiesta è una e sulla base dei requisiti specifici di ciascuna, si vedrà se ricade nell’ambito di applicazione della norma nazionale oppure di quella regionale». Ciò che può cambiare è l’importo, visto che il sostegno regionale arriva ad un massimo di 550 euro mensili, superiore al tetto definito dallo Stato, che è di 400 euro. E’ evidente che, stando così le cose, nel momento in cui la Regione riconosce ad un richiedente che ne ha diritto, ad esempio, 550 euro mensili, di questi 400 saranno a carico dello Stato. Ne consegue che «a regime si potrebbero liberare delle risorse che potremmo destinare sempre al contrasto alla povertà, magari estendendo la platea dei beneficiari - prosegue l’assessore Telesca -. Ma questo è un approfondimento che faremo in seguito».
In questa revisione del sistema entrano anche le scadenze. La misura regionale prevedeva un’erogazione per 12 mesi, una sospensione di due e un’altra tranche da 12. La norma nazionale ha definito 18 mesi di erogazione continuativa del beneficio economico, a cui seguono sei mesi di interruzione e una seconda erogazione per altri 12 mesi. «Anche qui cerchiamo di armonizzare le procedure - annuncia Telesca -, per cui alle persone o famiglie che hanno concluso il primo periodo e necessitano del secondo, assegniamo il beneficio per altri 18 mesi, in questo modo arriviamo ai 30 mesi complessivi previsti dallo Stato».
La Mia resterà nella fase sperimentale fino a settembre 2018, dopodiché «al pari di quella nazionale, dovrà diventare uno strumento strutturale a disposizione delle famiglie che necessitano di aiuto», conclude l’assessore.
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