Premio dell’Unesco a Villa Dora “esempio di tutela del paesaggio”
San Giorgio di Nogaro: il riconoscimento al progetto di ristrutturazione dell’edificio storico della Bassa L’intervento scelto tra centinaia di candidature. Il sindaco Del Frate: un’opera a servizio del territorio
di Francesca Artico
1 minuto di lettura

SAN GIORGIO DI NOGARO. L’Unesco premia Villa Dora. Ed è un riconoscimento internazionale importante per l’immagine della cittadina della Bassa. La settima edizione del Concorso internazionale “La Fabbrica nel Paesaggio” ha assegnato infatti un riconoscimento all’ampliamento della Biblioteca di Villa Dora di San Giorgio di Nogaro, in quanto “efficace interprete dei valori unescani di salvaguardia e tutela del paesaggio e dell’ambiente, per l’efficace recupero”. Il progetto, secondo la commissione, ben si inserisce nel contesto dell’antica villa garantendo la continuità storica. A proporre la richiesta del riconoscimento per Villa Dora, nel concorso promosso dal Club Unesco di Foligno e Valli Clitunnio, è stata la presidente del Club Unesco di Udine Renata Capria D’Aronco.
Soddisfazione del sindaco Pietro Del Frate, che sottolinea come questa sia «un’opera significativa a servizio del territorio», e ricorda che in questa ala della villa si trova la biblioteca contenente il patrimonio librario dello scrittore sangiorgino Luciano Morandini.
L’intervento a cui va il riconoscimento è il progetto redatto dall’architetto e direttore dei lavori architetto Andrea dell’Agnese, su incarico del Comune di San Giorgio di Nogaro. La ristrutturazione proposta dall’architetto Dell’Agnese ha donato una quinta alla villa verso via Aquileia e ha salvaguardato l’assetto urbanistico storico.
«Sono circa 150 i Club Unesco che ogni anno presentano delle candidature - racconta Capria D’Aronco -. Nell’edizione 2017 sono state raccolte 24 candidature da tutta l’Italia: quella da noi presentata ha ottenuto un buon risultato, la menzione d’onore assegnata ex equo con Gradisca d’Isonzo che era stata presentata dal Club Unesco di Gorizia».
Villa Dora è stata costruita alla fine del XVII secolo, come risulta dalle antiche mappe conservate nell’archivio storico di Gorizia, ed era proprietà della famiglia dei conti Novelli. Agli inizi dell’Ottocento la villa fu ereditata dalla famiglia dei baroni Andriani, che apportarono profonde trasformazioni all’edificio, attribuendogli eleganti forme neoclassiche.
All’interno, nella parte centrale la villa conserva tracce dell’originale decorazione seicentesca, testimoniata dalla travatura alla sansovina con motivi a rosette della sala a destra dell’ingresso principale. Interessanti le decorazioni parietali del salone di rappresentanza del piano nobile, di gusto tardo romantico.
Dopo essere passata alla famiglia dell’ammiraglio Canciani agli inizi del Novecento, la Villa è stata suddivisa in appartamenti ed abitata da diverse famiglie, fino all’acquisto, negli anni Novanta, da parte del Comune, che ha ristrutturato l’edificio per farne la nuova biblioteca.
Soddisfazione del sindaco Pietro Del Frate, che sottolinea come questa sia «un’opera significativa a servizio del territorio», e ricorda che in questa ala della villa si trova la biblioteca contenente il patrimonio librario dello scrittore sangiorgino Luciano Morandini.
L’intervento a cui va il riconoscimento è il progetto redatto dall’architetto e direttore dei lavori architetto Andrea dell’Agnese, su incarico del Comune di San Giorgio di Nogaro. La ristrutturazione proposta dall’architetto Dell’Agnese ha donato una quinta alla villa verso via Aquileia e ha salvaguardato l’assetto urbanistico storico.
«Sono circa 150 i Club Unesco che ogni anno presentano delle candidature - racconta Capria D’Aronco -. Nell’edizione 2017 sono state raccolte 24 candidature da tutta l’Italia: quella da noi presentata ha ottenuto un buon risultato, la menzione d’onore assegnata ex equo con Gradisca d’Isonzo che era stata presentata dal Club Unesco di Gorizia».
Villa Dora è stata costruita alla fine del XVII secolo, come risulta dalle antiche mappe conservate nell’archivio storico di Gorizia, ed era proprietà della famiglia dei conti Novelli. Agli inizi dell’Ottocento la villa fu ereditata dalla famiglia dei baroni Andriani, che apportarono profonde trasformazioni all’edificio, attribuendogli eleganti forme neoclassiche.
All’interno, nella parte centrale la villa conserva tracce dell’originale decorazione seicentesca, testimoniata dalla travatura alla sansovina con motivi a rosette della sala a destra dell’ingresso principale. Interessanti le decorazioni parietali del salone di rappresentanza del piano nobile, di gusto tardo romantico.
Dopo essere passata alla famiglia dell’ammiraglio Canciani agli inizi del Novecento, la Villa è stata suddivisa in appartamenti ed abitata da diverse famiglie, fino all’acquisto, negli anni Novanta, da parte del Comune, che ha ristrutturato l’edificio per farne la nuova biblioteca.
I commenti dei lettori