Il sindaco: dopo il voto le intimidazioni
Vandali a Treppo Carnico. Cortolezzis: atto inqualificabile da parte di chi non rispetta l’esito del referendum sulla fusione
di Alessandra Ceschia
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TREPPO CARNICO. «Se non fossimo all’estremo Nord dell’Italia potremmo etichettarlo come atto intimidatorio di stampo mafioso, ma qui le chiavi di lettura sono molteplici». Così Carlo Cimenti, presidente della PanCoop di Treppo Carnico, commenta l’atto vandalico messo a segno l’altra notte nell’unico negozio alimentari con annesso bar del paese.
La gente ha atteso per oltre due ore che i tecnici smontassero la serratura riempita di colla per aprire la porta ed entrare in negozio. È quanto è accaduto anche alla porta dell’ufficio nella ditta del sindaco Luigi Cortolezzis. «È stata una vera a propria intimidazione politica e va ricollegata a una durissima campagna di opposizione al referendum per la fusione che non si ferma, nonostante il responso favorevole della gente» punta l’indice il primo cittadino, deciso a sporgere denuncia. «Lo stesso gesto è stato messo a segno contro di me e contro il bar frequentato dal comitato del “sì” al referendum. Ho dovuto abituarmi, mio malgrado – aggiunge – agli attacchi personali, ma non capisco come si possa attaccare un servizio rivolto a tutta la comunità».
«Se questo è il modo con cui si conta di uccidere la democrazia e il responso delle urne, è bene che questo manipolo di personaggi avvezzi a tali bassezze sappiano che rispetteremo la volontà della gente emersa chiaramente dalle urne sul progetto di fusione con il Comune di Ligosullo. Fortunatamente – osserva Cortolezzis – sono tante le manifestazioni di sostegno giunte sia dalle comunità vicine, sia dalla mia comunità».
Il negozio, di proprietà del Comune di Treppo Carnico, è stato rilevato nel 2016 dalla Cooperativa “Pancoop” di Paluzza, che è subentrata alla titolare prossima alla pensione e, con non pochi sacrifici, viene gestito con l’obiettivo di mantenere in loco un servizio, in particolare per gli anziani che non hanno modo di spostarsi con mezzi propri, e dare lavoro a due giovani. La funzione sociale viene svolta anche con la gestione di un angolo bar da poco ristrutturato e ampliato.
«Inutile sottolineare l’importanza di un’iniziativa del genere per la piccola comunità di Treppo Carnico, che si propone anche nell’ottica delle nuove forme di sostegno alle aree marginali che lo Stato sta mettendo in atto – è la riflessione del presidente Cimenti –. Probabilmente, chi ha compiuto questo gesto non è a conoscenza di queste cose, non conosce la parola servizio, né tanto meno conosce la parola comunità. La chiave di lettura potrebbe anche essere di natura politica, vista la coincidenza con il referendum consultivo per l’unione dei Comuni di Treppo Carnico e Ligosullo che ha visto prevalere il sì. Considerate le polemiche precedenti tra favorevoli e contrari, il gesto potrebbe essere spiegato come protesta contro il sindaco, primo sostenitore dell’attività. In ogni caso – conclude Cimenti – un’azione inqualificabile, che denota mancanza di rispetto per i compaesani, per le operatrici e per la Cooperativa».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La gente ha atteso per oltre due ore che i tecnici smontassero la serratura riempita di colla per aprire la porta ed entrare in negozio. È quanto è accaduto anche alla porta dell’ufficio nella ditta del sindaco Luigi Cortolezzis. «È stata una vera a propria intimidazione politica e va ricollegata a una durissima campagna di opposizione al referendum per la fusione che non si ferma, nonostante il responso favorevole della gente» punta l’indice il primo cittadino, deciso a sporgere denuncia. «Lo stesso gesto è stato messo a segno contro di me e contro il bar frequentato dal comitato del “sì” al referendum. Ho dovuto abituarmi, mio malgrado – aggiunge – agli attacchi personali, ma non capisco come si possa attaccare un servizio rivolto a tutta la comunità».
«Se questo è il modo con cui si conta di uccidere la democrazia e il responso delle urne, è bene che questo manipolo di personaggi avvezzi a tali bassezze sappiano che rispetteremo la volontà della gente emersa chiaramente dalle urne sul progetto di fusione con il Comune di Ligosullo. Fortunatamente – osserva Cortolezzis – sono tante le manifestazioni di sostegno giunte sia dalle comunità vicine, sia dalla mia comunità».
Il negozio, di proprietà del Comune di Treppo Carnico, è stato rilevato nel 2016 dalla Cooperativa “Pancoop” di Paluzza, che è subentrata alla titolare prossima alla pensione e, con non pochi sacrifici, viene gestito con l’obiettivo di mantenere in loco un servizio, in particolare per gli anziani che non hanno modo di spostarsi con mezzi propri, e dare lavoro a due giovani. La funzione sociale viene svolta anche con la gestione di un angolo bar da poco ristrutturato e ampliato.
«Inutile sottolineare l’importanza di un’iniziativa del genere per la piccola comunità di Treppo Carnico, che si propone anche nell’ottica delle nuove forme di sostegno alle aree marginali che lo Stato sta mettendo in atto – è la riflessione del presidente Cimenti –. Probabilmente, chi ha compiuto questo gesto non è a conoscenza di queste cose, non conosce la parola servizio, né tanto meno conosce la parola comunità. La chiave di lettura potrebbe anche essere di natura politica, vista la coincidenza con il referendum consultivo per l’unione dei Comuni di Treppo Carnico e Ligosullo che ha visto prevalere il sì. Considerate le polemiche precedenti tra favorevoli e contrari, il gesto potrebbe essere spiegato come protesta contro il sindaco, primo sostenitore dell’attività. In ogni caso – conclude Cimenti – un’azione inqualificabile, che denota mancanza di rispetto per i compaesani, per le operatrici e per la Cooperativa».
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