Urla e schiamazzi la sera al bar: i titolari finiscono in tribunale
San Giorgio di Nogaro: sono accusati di disturbo della quiete pubblica dopo le denunce dei residenti. Il giudice ha ascoltato anche il sindaco Pietro Del Frate che ha il proprio studio nel condominio

SAN GIORGIO DI NOGARO. All’inizio furono le urla e gli schiamazzi degli avventori che frequentavano il bar sala giochi di via Università Castrense a San Giorgio di Nogaro a mobilitare i residenti. Poi vi si aggiunsero la musica, il volume della tv quando venivano trasmesse le partite, i fischi, i commenti dei tifosi che esultavano e i comportamenti poco educati dei clienti che, a volte, imbrattavano i muri dei dintorni con vomito o urina al termine di serate all’insegna degli eccessi.
Così le proteste verbali dei residenti nel condominio Campoformido sono finite sulla carta diventando esposti e la Procura di Udine ha aperto un fascicolo a carico dei titolari Ferruccio Titton, 48 anni residente a San Giorgio di Nogaro e Isabella Titton, 45 anni di Torviscosa, entrambi accusati di disturbo della quiete pubblica, difesi dall’avvocato Massimo Vittor.
Infine è approdata in tribunale la “guerra” che alcuni dei 27 condomini hanno dichiarato al bar, cinque dei quali figurano come parti offese nel procedimento a carico dei due fratelli. Ieri si è celebrata al tribunale di Udine dinanzi al giudice Carla Missera l’udienza a loro carico con l’audizione dei testi convocati dal pm Marzia Gaspardis cui l’avvocato di parte civile Mara Del Bianco ha rivolto numerose domande.
Gli inquilini che hanno testimoniato hanno espresso la loro esasperazione a fronte di nottate trascorse in bianco a causa del rumore che proveniva dal locale a partire dall’aprile 2015.
Al disturbo provocato da urla e schiamazzi si aggiungeva il lerciume che gli avventori lasciavano dietro a sé, i cocci di bottiglia e i mozziconi di sigaretta sparsi ovunque. Fra i testi alla sbarra anche il sindaco Pietro Del Frate, che nel condominio ha lo studio. «In realtà – sottolinea l’avvocato Vittor – non tutti i condomini sono concordi nel lamentare i problemi legati a disturbo e molestie notturne all’interno e all’esterno del locale, anzi, alcuni hanno dichiarato di non aver subito alcun disturbo».
Eppure, nel dicembre 2015, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Udine dispose il sequestro preventivo del locale ai sensi dell’articolo 321 del codice di procedura penale. E se da un lato i condomini molestati dai rumori avevano accolto la decisione con enorme sollievo, non erano mancate le testimonianze di solidarietà che tanti compaesani avevano fatto pervenire ai titolari.
Dopo il dissequestro, il locale ha potuto riaprire con alcune limitazioni orarie e i disagi agli inquilini, per loro stessa ammissione, sono diminuiti, per quanto ancora ve ne siano. Resta da capire se e quanto l’attività del bar abbia danneggiato la qualità della vita degli inquilini in via Università Castrense.
Un chiarimento verrà con gli esiti delle rilevazioni effettuate dai tecnici dell’Arpa che saranno discusse nell’udienza del 12 marzo, nella quale è previsto anche l’esame degli imputati.
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