Tricesimo, via dall’Uti Friuli centrale
La richiesta alla Regione di passare con i Comuni del Torre. Insorge la minoranza: ricorsero al Tar e ora cambiano idea
di Alessandra Ceschia
1 minuto di lettura

TRICESIMO. A quasi due anni dall’adesione all’Uti del Friuli centrale, Tricesimo inverte la rotta e chiede alla Regione la modifica del piano di riordino territoriale e l’inserimento nell’Uti del Torre. Ma il passaggio in consiglio comunale ha suscitato vivaci proteste da parte dei componenti di Uniti per Tricesimo, che hanno votato “no” alla proposta, passata a maggioranza.
Tutto è nato dal “Piano di riordino territoriale per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile” adottato dalla giunta regionale nel 2015, nel quale si prevedeva che il Comune di Tricesimo ricadesse nell’Uti del Torre assieme a quelli di Attimis, Cassacco, Faedis, Lusevera, Mangano in Riviera, Nimis, Povoletto, Reana e Taipana. Scelta che non piacque aTricesimo. Per questo l’amministrazione comunale ne chiese l’inserimento nell’Uti del Friuli Centrale e, a fronte di un diniego, propose un ricorso al Tar. Fu così che Tricesimo entrò a far parte dell’Uti Friuli Centrale. Ma quell’unione ha rivelato i suoi limiti e ha suscitato un ripensamento che è stato messo ai voti in consiglio lunedì.
«Vi sono rapporti di natura storica con i Comuni della zona collinare pedemontana nell’ambito della quale Tricesimo ha un ruolo baricentrico che può valorizzarlo – è il commento del sindaco Giorgio Baiutti – per questo chiediamo alla Regione la modifica del Piano di riordino territoriale con lo spostamento di Tricesimo all’Uti del Torre. Abbiamo scelto un passaggio soft, mantenendo per il 2018 il convenzionamento dell’ufficio Ragioneria con Tavagnacco e dell’ufficio Tributi con l’Uti del Friuli centrale in attesa di concludere l’iter di adesione all’Uti del Torre. Frattanto, gestiremo in proprio l’Urbanistica e i Lavori pubblici».
Non è bastato ad arginare il dissenso di Uniti per Tricesimo e della capogruppo Lucia Benedetti, assessore al Bilancio nella scorsa amministrazione. «Nel marzo 2016 il consiglio comunale all’unanimità ha approvato lo statuto dell’Uti Friuli centrale– ha osservato –. Eppure la proposta di passare all’Uti del Torre, stavolta, è stata votata da tutti i presenti tranne me Fabbro, Clocchiatti, Mansutti e Merlino; ciò significa che coloro che un anno fa erano fermamente convinti di aderire all’Uti del Friuli centrale hanno improvvisamente cambiato idea».
Né l’hanno convinta le motivazioni: dalle aspirazioni di centralità per Tricesimo, ai timori di sudditanza da Udine, finanche ai legami storici con i Comuni dell’Uti del Torre e all’esperienza con l’Ambito socio assistenziale di Tarcento, all’eccesso di burocrazia e di costi in Uti Friuli Centrale. «Sta alla capacità degli amministratori dialogare e mediare – ha replicato Benedetti – quanto ai costi, le Uti nominano direttore generale e collegio dei revisori e i costi sono uguali per tutti, come pure la burocrazia».
Tutto è nato dal “Piano di riordino territoriale per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile” adottato dalla giunta regionale nel 2015, nel quale si prevedeva che il Comune di Tricesimo ricadesse nell’Uti del Torre assieme a quelli di Attimis, Cassacco, Faedis, Lusevera, Mangano in Riviera, Nimis, Povoletto, Reana e Taipana. Scelta che non piacque aTricesimo. Per questo l’amministrazione comunale ne chiese l’inserimento nell’Uti del Friuli Centrale e, a fronte di un diniego, propose un ricorso al Tar. Fu così che Tricesimo entrò a far parte dell’Uti Friuli Centrale. Ma quell’unione ha rivelato i suoi limiti e ha suscitato un ripensamento che è stato messo ai voti in consiglio lunedì.
«Vi sono rapporti di natura storica con i Comuni della zona collinare pedemontana nell’ambito della quale Tricesimo ha un ruolo baricentrico che può valorizzarlo – è il commento del sindaco Giorgio Baiutti – per questo chiediamo alla Regione la modifica del Piano di riordino territoriale con lo spostamento di Tricesimo all’Uti del Torre. Abbiamo scelto un passaggio soft, mantenendo per il 2018 il convenzionamento dell’ufficio Ragioneria con Tavagnacco e dell’ufficio Tributi con l’Uti del Friuli centrale in attesa di concludere l’iter di adesione all’Uti del Torre. Frattanto, gestiremo in proprio l’Urbanistica e i Lavori pubblici».
Non è bastato ad arginare il dissenso di Uniti per Tricesimo e della capogruppo Lucia Benedetti, assessore al Bilancio nella scorsa amministrazione. «Nel marzo 2016 il consiglio comunale all’unanimità ha approvato lo statuto dell’Uti Friuli centrale– ha osservato –. Eppure la proposta di passare all’Uti del Torre, stavolta, è stata votata da tutti i presenti tranne me Fabbro, Clocchiatti, Mansutti e Merlino; ciò significa che coloro che un anno fa erano fermamente convinti di aderire all’Uti del Friuli centrale hanno improvvisamente cambiato idea».
Né l’hanno convinta le motivazioni: dalle aspirazioni di centralità per Tricesimo, ai timori di sudditanza da Udine, finanche ai legami storici con i Comuni dell’Uti del Torre e all’esperienza con l’Ambito socio assistenziale di Tarcento, all’eccesso di burocrazia e di costi in Uti Friuli Centrale. «Sta alla capacità degli amministratori dialogare e mediare – ha replicato Benedetti – quanto ai costi, le Uti nominano direttore generale e collegio dei revisori e i costi sono uguali per tutti, come pure la burocrazia».
I commenti dei lettori