Via al processo di ex vertici e consiglieri dell’Aussa Corno
Si è aperto ieri, davanti al tribunale collegiale di Udine, il processo sulla presunta “sprecopoli” che, nella tesi della Procura, sarebbe stata eretta attorno al Consorzio per lo sviluppo...
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Si è aperto ieri, davanti al tribunale collegiale di Udine, il processo sulla presunta “sprecopoli” che, nella tesi della Procura, sarebbe stata eretta attorno al Consorzio per lo sviluppo industriale della zona Aussa Corno, nella Bassa friulana.
L’ipotesi di reato da cui gli allora vertici della Ziac dovranno difendersi è malversazione ai danni dello Stato per quasi 11 milioni di euro in relazione all’acquisto di una serie di terreni a prezzi considerati fuori mercato. Nell’elenco degli imputati ci sono l’ex direttore, Marzio Serena, e l’ex presidente, Cesare Strisino, entrambi sotto inchiesta fin dalle prime battute dell’indagine e gli unici a finire anche nel mirino della Corte dei conti, oltre ai sei consiglieri che nel triennio 2008-2011 sedettero accanto a loro al tavolo decisionale: Roberto Duz, allora vice presidente della Ziac (espressione del Comune di Torviscosa, di cui era il sindaco), e i consiglieri Pietro Del Frate (Comune di San Giorgio di Nogaro), Nicola Del Frate (Provincia di Udine), Ernesto Milan (Autorità portuale), Vincenzo Spinelli (Mediocredito) e Cristina Papparotto (Confindustria). Nel procedimento, il Consorzio si è costituito parte civile.
Condotte dalla Guardia di finanza di Udine, le indagini avevano puntato i fari sull’utilizzo di 10 milioni e 910 mila euro dei 21 milioni 265 mila complessivamente ricevuti in sette anni (tra il 2002 e il 2009) dalla Regione per operazioni diverse da quelle cui erano stati destinati. E cioè, in particolare, per l’acquisto delle aree dell’ex Oleificio, dell’ex Montecatini ed Ex Cogolo, dell’ex Decof e dell’ex Radicifil, a prezzi ritenuti gonfiati e con tanto di accollo delle spese di bonifica, in barba agli interventi programmati nei cosiddetti “Piani Porti” per il completamento di infrastrutture a Porto Nogaro.
L’ipotesi di reato da cui gli allora vertici della Ziac dovranno difendersi è malversazione ai danni dello Stato per quasi 11 milioni di euro in relazione all’acquisto di una serie di terreni a prezzi considerati fuori mercato. Nell’elenco degli imputati ci sono l’ex direttore, Marzio Serena, e l’ex presidente, Cesare Strisino, entrambi sotto inchiesta fin dalle prime battute dell’indagine e gli unici a finire anche nel mirino della Corte dei conti, oltre ai sei consiglieri che nel triennio 2008-2011 sedettero accanto a loro al tavolo decisionale: Roberto Duz, allora vice presidente della Ziac (espressione del Comune di Torviscosa, di cui era il sindaco), e i consiglieri Pietro Del Frate (Comune di San Giorgio di Nogaro), Nicola Del Frate (Provincia di Udine), Ernesto Milan (Autorità portuale), Vincenzo Spinelli (Mediocredito) e Cristina Papparotto (Confindustria). Nel procedimento, il Consorzio si è costituito parte civile.
Condotte dalla Guardia di finanza di Udine, le indagini avevano puntato i fari sull’utilizzo di 10 milioni e 910 mila euro dei 21 milioni 265 mila complessivamente ricevuti in sette anni (tra il 2002 e il 2009) dalla Regione per operazioni diverse da quelle cui erano stati destinati. E cioè, in particolare, per l’acquisto delle aree dell’ex Oleificio, dell’ex Montecatini ed Ex Cogolo, dell’ex Decof e dell’ex Radicifil, a prezzi ritenuti gonfiati e con tanto di accollo delle spese di bonifica, in barba agli interventi programmati nei cosiddetti “Piani Porti” per il completamento di infrastrutture a Porto Nogaro.
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