Fiumicello-Villa Vicentina: il Comune unico ora è realtà
Via libera dal consiglio regionale, il debutto il 1 febbraio 2018. I due sindaci: un’opportunità. Ma il M5S contesta la legge

FIUMICELLO. Bisognerà attendere il primo febbraio 2018 per il debutto del Comune di Fiumicello-Villa Vicentina, ma il difficile obiettivo di ridurre due enti locali a uno solo è stato infine centrato.
Il consiglio regionale ha infatti approvato il disegno di legge che, recependo l’esito del referendum celebrato lo scorso settembre, istituisce il nuovo “municipio”.
«Un’opportunità unica – per il sindaco di Fiumicello, Ennio Scridel -: abbiamo davanti un libro bianco e la possibilità di scriverci sopra il nostro futuro, programmandolo grazie a oltre 2 milioni di risorse». Un tesoretto che arriverà in due tranche: 800 mila euro subito, 1,3 milioni nell’arco del quinquennio.
Festeggia anche il primo cittadino di Villa Vicentina, Gianni Rizzatti, che la fusione l’aveva nel programma elettorale. Scelta rischiosa, ma premiante. «Ci siamo esposti e la gente ci ha dato ragione» è il suo bilancio. Non tutti la pensano così. Specie a Villa Vicentina, dove per appena 39 voti, al referendum per la fusione, lo scorso mese di settembre ha prevalso il no.
«Il consiglio comunale ha deciso di procedere ugualmente – spiega Rizzatti – , nel solco della norma. Il compito della futura amministrazione comunale sarà quello di amministrare bene e convincere anche i più scettici». In paese, come sui banchi del consiglio regionale dove ieri, più che scettici, si sono contati consiglieri apertamente contrari rispetto al prosieguo dei due processi di fusione proprio per il prevalere dei contrari a Villa Vicentina (e Ligosullo).
Il disegno di legge che istituisce il nuovo ente è passato a maggioranza: con 23 voti a favore del centro sinistra contro 19 contrari di centrodestra, Movimento Cinque Stelle più i consiglieri Enzo Marsilio (Pd) e Mauro Travanut (Mdp), astenuto Stefano Pustetto (M5S).
L’opposizione ha dato battaglia ritenendo una forzatura la scelta di procedere nonostante i no. Barbara Zilli (Ln) è andata ieri all’attacco dei democrats: «Quella di prendere a calci la volontà popolare sembra quasi una passione per il Pd di Debora Serracchiani. Il via libera alle fusioni è una decisione forzata, che non tiene minimamente conto della contrarietà espressa al referendum dagli abitanti di Villa Vicentina e Ligosullo».
Per Zilli la legge va cambiata. Così come per Elena Bianchi (M5S): «Calpestare la volontà di una comunità che si è espressa chiaramente attraverso un referendum significa aumentare ulteriormente la distanza fra i cittadini e la politica. Crediamo necessario rimettere mano alla legge che regolamenta le procedure di approvazione delle fusioni dei comuni nel Fvg».
L’assessore alle autonomie locali Paolo Panontin ha liquidato come “strumentali” le contestazioni. «La legge che è stata votata a larga maggioranza ripristina un principio che era stato introdotto all'origine dalla legge 5 del 2003: approvata nella legislatura Tondo, assessore alle Autonomie Ciriani, prevedeva che venisse considerato il voto espresso globalmente nel processo referendario».
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