La popolazione non cresce, colpa (anche) dell’Uti
Il consigliere Cecutti punta il dito sugli amministratori: le nostre priorità diverse da Nimis e Faedis

POVOLETTO. «Il comune di Povoletto negli ultimi 15 anni non ha avuto quello sviluppo demografico che molti Comuni della cintura udinese hanno registrato». Inizia così l’intervento del consigliere Tiziano Cecutti di “Povoletto–Sviluppo al Centro”, espresso nell’ultima seduta consiliare. «Se nel 2000 gli iscritti all’anagrafe erano 5.336, al 31 dicembre 2016 si registravano 5.450 residenti. Se questo è il quadro, è necessario che politica e l’amministrazione comunale si pongano subito degli obiettivi strategici di rilancio e di crescita. L’attrazione di nuovi residenti è al tempo stesso un mezzo e un fine da perseguire: è un mezzo perché consente all’ente locale di raggiungere un’adeguatezza di dimensioni demografiche per l’ottimale svolgimento delle funzioni ed è un fine perché creare massa critica consente di attivare nuovi servizi e realizzare nuove strutture e, come in circuito virtuoso, innescare nuove domande di residenzialità».
Secondo Cecutti è mancata in questi anni «una politica di visione e prospettiva» capace di attrarre i cittadini che, in fuga dalla città, cercano ambienti di vita tranquilli, forniti di servizi e collegamenti adeguati. Per questo è necessario che questa amministrazione comunale e la prossima pongano in essere una strategia politica lungimirante e accorta, capace di invertire il trend demografico».
In tal senso l’adesione all’Uti del Torre, secondo Cecutti, rappresenta un grosso ostacolo perché «le priorità dei Comuni a nord come Taipana, Lusevera, ma anche Attimis e Faedis, sono totalmente diverse da quelle di Povoletto e su ciò andrà fatta una profonda riflessione». (b.c.)
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