Addio alla “guerriera” Elena, aveva 39 anni
La stessa malattia aveva colpito la madre (scomparsa 49 giorni fa) e il padre Mario. Mercoledì 14 marzo alle 15 i funerali

SAN GIORGIO DI NOGARO. La “guerriera” non ce l’ha fatta. A 49 giorni dalla morte della mamma Lucia, la malattia si è portata via anche Elena, di soli 39 anni, gettando nella disperazione la famiglia Ietri, già duramente provata – raccontano – da questo “disegno divino che ha riservato alla nostra famiglia” (nove anni prima lo stesso male incurabile aveva portato via il padre Mario).
Oggi alle 18 verrà recitato un Rosario nella chiesa della Madonna a San Giorgio di Nogaro, mentre i funerali si celebreranno domani alle 15 in Duomo. La famiglia chiede non fiori ma eventuali offerte a “Una mano per vivere”.
Tutta la comunità sangiorgina si stringe attorno alle sorelle Marina e Monica che con le loro famiglie piangono la «sweet sister Elena, piccola e indifesa, ma sempre positiva, senza mai una lamentela di quanto il cancro la stesse derubando», che dopo tre anni combattuti contro il male, sabato sera ha abbandonato la lotta. Elena era ricoverata all’Ospedale di Latisana.
Biondam, alta e bella, Elena era una ragazza solare, che dopo aver frequentato il Liceo scientifico Martin di Latisana e iniziato l’Università, per non pesare sulla famiglia aveva iniziato a lavorare. Una vita serena, con mamma Lucia e papà Mario che l’adoravano, e con le sorelle sposate, ma sempre presenti. Amava la musica (era una fan di Ivana Spagna) e stare con le amiche.
Poi, come ha raccontato lei stessa un anno fa in un post sul suo profilo facebook, “da quel 17 aprile 2015 non ci sono più”. Dolori lancinanti alla testa , nausea e senso di svenimento, tanto forti da non farla reggere in piedi. Il ricovero in ospedale con le testa che “rimbomba” e non riuscire a camminare più da sola. Ma lei è forte e con coraggio si dice: «Di cosa ti sta lamentando? Sei fortunata sono intervenuti in tempo. Sei qui. Sei forte. Sei coraggiosa».
Elena combatte sempre con il sorriso sulle labbra, con la mamma sempre accanto che spinge la carrozzina, che la porta fuori ogni volta che c’è il sole. E lei a chiedersi se tutto questo le accadeva perché era stata testarda o prepotente, «o solo, per certi versi, orgogliosa e troppo convinta?».
Elena non si vergognava a mostrarsi senza capelli o con i chili in più provocati dalle cure, «non per destare pietà - scriveva - ma per dare un calcio al mio senso di inadeguatezza e sensibilizzare nel mio piccolo sul male del secolo». E poi la morte di quella mamma adorata che era la sua forza, il suo pilastro, il suo esempio. “Vola libera Elena” hanno scritto le amiche, per salutarla.
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