È morto Gianpietro Carniato, storico tipografo e anima di Taipana
Aveva 77 anni, da tempo soffriva di problemi cardiaci. Martedì l’ultimo saluto a Udine. Dopo la pensione si era ritirato in una frazione. Per dieci anni è stato corrispondente della zona

TAIPANA. È morto Gianpietro Carniato, ex tipografo del Messaggero Veneto e per anni corrispondente del quotidiano per i comuni della valle del Torre. Il suo cuore ha smesso di battere venerdì mattina all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, dove Carniato era ricoverato dalla fine di febbraio. Aveva 77 anni.
Da anni soffriva di problemi cardiaci, era stato infatti sottoposto all’impianto di tre by-pass e l’ultimo intervento chirurgico risale a un anno fa. Si era ripreso dall’ictus che lo aveva colpito a gennaio, ma dalla fine di febbraio le sue condizioni di salute si erano aggravate tanto da rendere necessario il ricovero in ospedale.
Nato e cresciuto a Milano, è arrivato in Friuli nel 1971 con la moglie Gabriella (ma da tutti conosciuta come Pierangela), originaria di Gemona, e la figlia Bettina, che allora aveva due anni. Lasciato l’impiego di telegrafista alla Italcable, dal capoluogo lombardo si è quindi trasferito a Udine dove ha lavorato alla Sip, alla tipografia Fulvio, quindi al Messaggero Veneto come tipografo e scrivendo di tanto in tanto qualche articolo, soprattutto di cronaca sportiva.
Dopo 13 anni, nel 1994, è andato in pensione e si è ritirato a Monteaperta di Taipana da dove, per altri 10 anni, ha fatto il corrispondente del giornale per i comuni della valle del Torre.
«Mio padre – racconta Bettina, presentatrice di eventi, insegnante di teatro, attrice e speaker radiofonica per Radio Gioconda – era un uomo tutto d’un pezzo. Una persona con una grande integrità morale, sincera, molto schietta. La trasparenza era per lui un principio fondamentale, voleva arrivare subito al nocciolo delle questioni, a costo di risultare un po’ brusco».
Un uomo che non subiva il fascino dell’esteriorità e dell’apparenza, convinto invece della solidità della sostanza. Per cementare rapporti professionali e intessere amicizie.
«Mi ha lasciato un’eredità morale molto forte – si commuove Bettina – mi ha trasmesso valori importanti come l’onesta, il non scendere a compromessi per raggiungere i propri scopi. In pensione – ricorda infine la figlia –, era contento di poter fare la vita che desiderava, si era ritirato nel suo eremo con mia mamma, a contatto con la natura e gli animali che amava tanto. Ma allo stesso tempo cercava la compagnia degli amici, per i quali organizzava grigliate a pranzo o a cena».
I funerali di Gianpietro saranno celebrati martedì, alle 15, nella chiesa del Bearzi di Udine.
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