UDINE. È bufera dopo l’affermazione del candidato sindaco del centrodestra Pietro Fontanini che ha definito Udine città della morte criticando la gestione del caso Englaro da parte del sindaco Honsell.
Una considerazione che ha infiammato la campagna elettorale scatenando le reazioni dei candidati Vincenzo Martines (centrosinistra) ed Enrico Bertossi (Prima Udine) che hanno affidato ai social i loro pensieri.
Bertossi ha invitato Fontanini a non scherzare con le coscienze delle persone mentre Martines ha giudicato il suo atteggiamento «agghiacciante, cinico e incivile».Ma Fontanini non ci sta e difende le sue idee. «Io non ho parlato di coscienze e rispetto le decisioni di tutti - assicura - anche di chi sceglie di ricorrere al fine vita. Quello che ho detto e che ribadisco è che la gestione del caso Englaro non ha aiutato la città a crescere.
Udine è stata percepita da molti come la città dove si viene a morire e questo non è tollerabile, non è certo un bel messaggio promozionale per chi come me vuole una città popolata da nuove famiglie e gente che abbia fiducia nel futuro». Da qui l’accusa di voler strumentalizzare il suo intervento rivolta agli altri candidati.
«Questa è una campagna elettorale che basa i suoi discorsi sulla paura del passato - ha scritto Martines sul suo profilo Facebook -. I candidati sindaco, miei competitori, iniziano e finiscono sempre con riferimenti al passato, facendo spesso a gara a chi si distingue nel non parlare del futuro e del perché Udine ha sempre saputo guardare avanti con forza, dignità e organizzazione. Lo fanno tutti tranne le liste che mi sostengono».
E ancora: «Se ci sono temi come la sicurezza da risolvere, con lo spirito di cui ha parlato il questore alla festa della polizia, è altrettanto vero che gli udinesi si aspettano proposte concrete per il futuro.
Poi, all’improvviso, irrompe Fontanini nel confronto sulla residenzialità organizzato dalla Fiaip, Federazione italiana agenti immobiliari professionali, dicendo che la nostra è la città del degrado e, riferendosi al caso di Eluana Englaro, definisce Udine la città dove si viene a morire, la città della morte.
Dimostrando una grave mancanza di rispetto, pesca riferendosi a fatti del 2009, sempre al passato, e muovendo torbidamente stati d’animo e questioni con il solo scopo di specularci sopra, fuori tempo massimo e con un atteggiamento agghiacciante, cinico e incivile.
Qui si gioca il rispetto per le persone e per lo spirito di servizio di chi si propone come guida amministrativa e politica di una importante città di un importante territorio. Guardiamo avanti - ha concluso Martines -, risolviamo i problemi con il dialogo dando prospettive concrete a questa città, ai suoi giovani, ai suoi cittadini».
Bertossi invece ha preso le distanze anche dalla precedente amministrazione: «Ho sempre pensato che le strumentalizzazioni ideologiche e populiste di Honsell fossero penose e inopportune. A Fontanini voglio dire con fermezza che con le coscienze delle persone e argomenti così impegnativi non si deve scherzare. Dopo Honsell Udine ha bisogno di un sindaco equilibrato e rispettoso, non di un altro demagogo. Io mi impegnerò per questo».
Per Fontanini però nel suo intervento non c’è stata demagogia né, tanto meno, cinismo: «Ho parlato di Udine città della morte anche perché in molti quartieri i flussi migratori non gestiti correttamente hanno portato a una situazione di degrado intollerabile.
Oggi chi arriva in stazione ha un impatto non bello e si fa un’idea sbagliata di Udine perché non incontra friulani. Invece di parlare di fine vita e accoglienza sarebbe ora di reclamizzare le cose belle che sono tante.
In autostrada, per esempio, non c’è nessuna indicazione per venire a visitare le tante opere del Tiepolo, dobbiamo domandarci come mai c’è un calo degli studenti universitari e risollevare l’immagine di Udine».
Un’immagine che per Fontanini deve essere diametralmente opposta a quella di Honsell che si è sempre detto orgoglioso di aver risposto alla richiesta di aiuto di Beppino Englaro e anche di aver sottoscritto uno dei primi matrimoni gay e del fatto che Udine abbia introdotto il testamento biologico.
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