La Provincia di Udine chiude: addio fra “selfie” e ritocchi al bilancio
Nel conto della spesa il ricorso al Tar contro il commissario e le spese legali di Fabio Marchetti per il caso Aussa Corno

UDINE. Gran finale fra selfie e variazioni di bilancio per la Provincia di Udine.
Ieri a palazzo Belgrado l’ultima riunione del consiglio provinciale ha segnato l’addio all’ente intermedio dopo oltre due secoli di vita. Venerdì sarà tempo di saluti per i dipendenti e sabato, alle 11, la cerimonia – “1806-2018: la Provincia di Udine termina la sua storia”, cui interverrà anche lo storico Gianfranco Ellero – farà calare il sipario su piazza Patriarcato. Poi il commissario straordinario, Paolo Viola, accompagnerà l’ente alla chiusura dell’ultimo conto economico.
Ma, anche ieri, non sono mancati i veleni. Con le accuse lanciate dai banchi del Pd (Simone Lerussi) ai sindaci ribelli, di avere sfruttato l’occasione per farsi pubblicità in vista della campagna elettorale che li avrebbe condotti verso la Regione: «Ho preso una fotografia dei sindaci cosiddetti ribelli e mi sono divertito a cerchiare i volti di quanti stanno correndo per le elezioni. C’è da divertirsi», ha detto Lerussi.
E subito gli ha ribattuto Renato Carlantoni, ex primo cittadino di Tarvisio e capogruppo Fi a palazzo Belgrado: «In questa sorta di necrologio dell’ente vorrei ricordare che grazie alla battaglia che abbiamo dovuto combattere in tribunale contro le Uti, la legge ha subito 18 modifiche – ha sottolineato Carlantoni –. Quindi il legislatore avrebbe dovuto fare una riflessione e non una corsa alla chiusura dell’ente intermedio».
Amarezza nelle parole di Fabrizio Dorbolò (Sinistra italiana) che ha fatto il suo ultimo intervento da amministratore: «Sono venuti meno tanti equilibri e sono felice che il 29 voterò da libero cittadino. Perché non mi ricandido».
Il capogruppo della Lega, Mauro Bordin, ha chiesto «più ascolto del territorio a chi governerà la Regione cosicché le decisioni non siano frutto di arroganza e autoconvinzioni, ma un percorso partecipato».
La variazione di bilancio è stata illustrata dal presidente della Provincia, Pietro Fontanini, e ha previsto storni di spesa per 153 mila 831 euro e minori entrate per 281 mila 168. Nella manovra è incluso anche il ricorso al Tar (inammissibile) contro il commissario ad acta inviato dalla Regione per la definizione del piano di subentro in materia di edilizia scolastica (2 mila 875 euro). C’è il conto (6.500 euro) che l’ex consigliere Fabio Marchetti ha presentato alla Provincia per le spese legali della causa che lo vedeva imputato di assunzioni irregolari in Aussa Corno (assolto in primo grado).
E, infine, i 37 mila euro che il tribunale di Udine ha chiesto di pagare al Comune di Basiliano per la discarica Romanello. La conclusione dei lavori è stata affidata a Fabrizio Pitton, presidente del Consiglio apprezzato da entrambi gli schieramenti («l’unico per cui non è stata presentata neanche una mozione di sfiducia», ha sottolineato fra il serio e il faceto Arnaldo Scarabelli, Pd).
E Pitton non ha nascosto l’emozione: «Non volevo essere l’ultimo presidente del Consiglio della Provincia di Udine, ma mi è toccata anche questa. A tutti voi un sincero grazie per quanto fatto per l’assemblea, per il Friuli, per il territorio e per i cittadini. In questa maniera chiudono il consiglio provinciale e una parte importante di storia della nostra terra».
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