«Salviamo il gelso ultracentenario di via Palladio e gli altri tre alberi monumentali di San Giorgio di Nogaro. Patrimoni così importanti vanno tutelati».
Gli altri alberi sono le sequoie del parco di Villa Dora e la magnolia presente nel cortile dell’Asilo “Maria Bambina”. In realtà il gelso di via Palladio ha oltre circa duecento anni di storia e insieme al cedro di Villa Vucetich (morto un paio d’anni fa) e al fratello di Villa Dora (ormai agonizzante) con cento cinquanta anni di storia, rappresentavano “grandi vecchi” di San Giorgio di Nogaro.
A lanciare l’appello è il consigliere regionale Leonardo Barberio rimasto molto colpito dal gelso di via Palladio, tanto da informarsi subito con gli uffici regionali competenti «ai quali – afferma – non risulta però alcuna segnalazione che permetta all’albero di venir preso in considerazione per essere inserito nell’elenco degli alberi monumentali. Risulta però avviato l’iter per la sua segnalazione in Comune, insieme a quella di altri tre alberi del territorio (i due cedri non sono stati inseriti in quanto uno è morto e l’altro è morente.)».
Sulla questione alberi monumentali si sta attivando anche l’associazione sangiorgina “La Rondine”.
Non è certa l’origine del gelso che fa bella mostra di se in via Palladio, mostrando la chioma rigogliosa che nessuno taglia più, in quanto si trova nella corte in cui vivevano tre famiglie storiche sangiorgine: Venturini, Taverna e Polentarutti.
Con il suo “strano” tronco ha affascinato intere generazioni di sangiorgini che in lui rivedono l’albero dei loro giochi ricordando le “scalate” ai suoi grandi rami, ma anche le scorpacciate di more, quelle more che ormai nessuno raccoglie più.
Va detto che la precedente amministrazione comunale, tramite l’assessore Davide Bonetto, aveva avviato le procedure per la valorizzazione e il miglioramento ambientale del verde urbano e del Parco Intercomunale del Fiume Corno mediante il Piano del Verde Urbano, con relativo censimento e schedatura degli alberi di pregio o ultracentenari (secolari) e del patrimonio pubblico arboreo e arbustivo con circa 2 mila unità analizzate, valutate, schedate e restituite in una mappa tramite piattaforma online gis open source. Ma anche un protocollo interno comunale con specificate le linee guida e obblighi per la manutenzione del verde urbano pubblico
Ora spetta alla nuova amministrazione portare avanti il salvataggio di questo patrimonio, che rappresenta non solo la sua storia ma è anche il polmone verde della città. —