Maltempo, ripristinati i primi collegamenti per togliere i paesi dall'isolamento. In Carnia acqua non potabile

In molti comuni è piena emergenza. Molteplici le criticità: la viabilità interrotta in diversi punti, blackout che si stanno prolungando da 48 ore in circa 12mila utenze, danni ad abitazioni private, strutture industriali e ricettive, le frane, la devastazione del patrimonio boschivo e forestale. La cronaca di quanto successo in questi giorni: reportage, foto, video e commenti
MALTEMPO: LA SITUAZIONE IN BREVE
- Da domenica 28 a martedì 30 in Friuli è caduta una quantità di pioggia che si verifica una volta ogni trent'anni. Il valore più alto si è registrato a Malga Chiampuz (Forni di Sotto) con 870 millimetri, più di tre volre la pioggia usuale di ottobre
- Le piogge e le raffiche di vento hanno determinato oltre 450 chiamate al centralino della Protezione civile.
Oltre 100 chiamate sono riconducibili a segnalazioni di caduta di alberi, oltre 30 ad allagamenti e dissesti fluviali,
e una quindicina a frane e caduta di massi
- Le raffiche di vento hanno toccato in montagna punte di 200 chilometri orari, precisamente a Cima Rest nella zona di Tramonti di Sopra
- Si sono registrati numerosi black out, il numero delle utenze disalimentate si sono ridotte a circa 12.000 (10.000
in provincia di Udine e 2.000 in provincia di Pordenone)
- Risultano evacuate ancora 7 persone
- Il tempo, mercoledì 31 ottobre, si manterrà bello con il ritorno del sole. Ma già da giovedì 1 novembre sono previste piogge anche intense
- La Regione Fvg ha decretato lo stato di emergenza e ha stanziato 10 milioni per i primi interventi
Il maltempo ha concesso una tregua. Dopo aver flagellato la regione da domenica 28 a martedì 30 ottobre, mercoledì le precipitazioni e le forti raffiche di vento che hanno spazzato il Friuli dai monti alla costa si sono placati.
Ma il ritorno del sole avrà vita breve. Già da giovedì 1 novembre la situazione è destinata a mutare nuovamente con il ritorno della pioggia e dei temporali, a tratti intensi.
Le precipitazioni, anche abbondanti, continueranno nella giornata di venerdì 2 rischiando di aggravare una situazione che, soprattutto in Carnia, è di piena emergenza.
In Carnia l'acqua non è potabile
A dichiararlo é il Cafc in una nota ufficiale inviata ai Comuni gestiti e all'Azienda sanitaria 3 Alto Friuli. La non conformità dell'acqua è stata provocata dagli eventi meteorologici avversi che hanno colpito in modo particolare la zona Carnica dal 28 ottobre al 30 ottobre.
La situazione di acqua torbida rilevata nelle reti di distribuzione idrica è provocata dalle abbondanti precipitazioni di questi giorni congiuntamente all'assenza di energia elettrica nei sistemi deputati a filtraggio e disinfezione.
Per tutelare la salute pubblica, in via precauzionale, Cafc ricorda ai Comuni della zona che l’acqua non deve essere considerata “potabile”, ovvero non conforme al Decreto legislativo 31/2001. Per scopi alimentari l'acqua deve essere sottoposta a bollitura per almeno 10 minuti. Cafc ha chiesto ai Comuni coinvolti e all'Azienda sanitaria di diramare con urgenza le ordinanze sindacali. Cafc comunicherà quando l'acqua tornerà ad essere potabile.
Di seguito l'elenco dei Comuni coinvolti dalla non potabilità:
Forni di Sopra, Forni di Sotto, Paularo, Amaro, Arta Terme, Villa Santina, Cavazzo Carnico, Raveo, Ampezzo, Verzegnis, Tolmezzo, Zuglio, Preone, Ravascletto, Ovaro, Forni Avoltri, Treppo Ligosullo, Paluzza, Enemonzo, Lauco, Prato Carnico, Comeglians, Socchieve, Suttrio, Sauris, Rigolato.
Continua l'emergenza
Ad oggi, mercoledì 31, in molti comuni della Carnia e della Valcellina è piena emergenza. Molteplici le criticità: la viabilità interrotta in diversi punti, blackout che si stanno prolungando da 48 ore in circa diecimila utenze in provincia di Udine e duemila in quella di Pordenone, danni ad abitazioni private, strutture industriali e ricettive, le frane, la devastazione del patrimonio boschivo e forestale. E comincia la conta dei danni che, alla luce di quanto successo, sarà elevatissima.
La conca sappadina è ancora isolata dalle comunicazioni e senza energia elettrica. Il capostazione è riuscito ad agganciare la rete e a comunicare queste scarne notizie perché si è recato in Veneto per procurare alcuni gruppi elettrogeni per garantire i servizi fondamentali e i teli necessari a coprire provvisoriamente i tetti scoperchiati.
Tutti i tecnici della stazione del Soccorso alpino di Sappada sono stati impegnati ventiquattrore su ventiquattro per garantire la sicurezza e portare aiuto agli abitanti: venti le abitazioni cui è stata divelta la copertura. Continuo l'impegno per liberare i torrenti e le strade dalle piante abbattute e dalle ramaglie con le motoseghe.
A Sappada il Soccorso alpino è stato (fino alle 10 di mercoledì, ora dell'ultimo aggiornamento possibile) l'unico corpo impegnato per la comunità, accanto ai carabinieri e a due vigili arrivati questa mattina dalla conca di Rigolato grazie all'apertura della strada alternativa a Comeglias.
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Resta l'allerta
La Protezione civile del Fvg ha emanato un'allerta arancione che resterà in vigore fino alla mezzanotte di giovedì 1. Alla luce delle numerose criticità idrogeologiche verificatesi sul territorio montano - si legge nella comunicazione della Pc - e del permanere di livelli sostenuti dei corsi d'acqua in pianura, i cui colmi di piena si stanno solo gradualmente riducendo con il transito verso il mare, saranno ancora possibili locali situazioni di crisi nella rete idrografica minore e di drenaggio urbano, fenomeni di instabilità dei pendii e delle sponde fluviali con interruzioni della viabilità e problematiche connesse al passaggio delle onde di piena nei tratti di pianura del Tagliamento e del Meduna.
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È stato ripristinato dalla notte scorsa, grazie alla realizzazione di un bypass provvisorio, il collegamento con la frazione di Timau, rimasta isolata a causa di una frana che ha interessato la statale 52bis «Carnica» in località Cleulis.
Lunedì notte l'esondazione del fiume But aveva cominciato a interessare le scarpate della sede stradale, inducendo il personale dell'Anas a operare la chiusura e messa in sicurezza della statale 52 bis nel tratto tra il km 19,500 e il km 20,500.
Successivamente una frana aveva interrotto la Ss52bis per un lunghezza di circa 80 metri; il personale dell'Anas era intervenuto per mantenere la percorribilità della statale sulle tratte rimanenti, invase da diversi tronchi d'albero e detriti.
Martedì mattina, in accordo con il Comune, è stata avviata la realizzazione di un bypass per una viabilità alternativa, completato e reso percorribile nella notte.
Contestualmente continuano i lavori di rimozione dei tronchi d'albero e altro materiale presenti sulla carreggiata stradale tra Timau e il Passo di Monte Croce Carnico. Nei prossimi giorni saranno effettuati anche gli interventi necessari per il ripristino del corpo stradale della statale 52bis. Ecco la situazione della viabilità.
Viabilita’ regionale e statale a gestione regionale
· SS 52 "Carnica": aperta fino a Forni di Sopra; chiusura al km 63 per alberi schiantati sulla sede stradale e apertura Passo Mauria prevista per giovedì 1 novembre
· SR 355 “della Val Degano”: prima interruzione a Comeglians (ponte sul Degano al km 13+500 parzialmente crollato; allo studio la possibilità di ripristinare il traffico sul ponte comunale in ferro quantomeno per traffico leggero e mezzi di soccorso; in fase di studio anche la possibilità di parziale recupero della transitabilità sul ponte regionale per il traffico pesante ); seconda interruzione per alberi su sede stradale in ingresso a Forni Avoltri (loc. Temerat da km 24 a km 25+400); Strada percorribile tra Forni Avoltri e Sappada
· SR 465 “della Forcella Lavardet e Valle San Canciano”: chiusa da Ravascletto in direzione Sutrio (riapertura con sensi unici alternati prevista entro domani sera); da Comeglians in direzione Prato
Carnico: aperta fino al km 24; dal km 24+000 (loc. Solari) chiusa fino al confine bellunese (ma solo bosco e non centri abitati)
· SR 251"della Val Cellina": chiusa al km 70+850 loc. Barcis per esondazione torrente Cellina; materiale detritico in carreggiata: da Barcis a Claut e da Cimolais a Erto e Casso transito a senso unico ma con difficoltà
· SR 552 "del Passo Rest": chiusa dopo l'abitato di Tramonti di Sopra dal km 23+800 al km 7+200
Viabilità regionale locale
· SR UD 73 “del Lumiei” chiusa loc. Sauris; in corso intervento per la messa in sicurezza delle scarpate e taglio degli alberi
· SR UD 1 "della Val d'Arzino" aperta; in corso intervento per la messa in sicurezza
· SR UD 72 "di Invillino" aperta; in corso intervento per la messa in sicurezza
· SR UD 123 "dello Zoncolan" chiusa; intervento di messa in sicurezza in corso
· SR UD 110 "di Pramollo" chiusa; intervento di messa in sicurezza in corso
· SR UD 112 "della Val Aupa" aperta lato Pontebba; chiusa lato Moggio Udinese e intervento di messa in sicurezza in corso
· SR UD 76 "della Val Raccolana" aperta lato Sella Nevea; chiusa lato Tarvisio e intervento di messa in sicurezza in corso
· SR UD 111"di Alzieri" chiusa; intervento di messa in sicurezza in corso
· SR UD 40 "di Paularo" chiusa per caduta massi
· SR UD 23 "della Val d'Incaroio" chiusa con possibilità di transito controllata fino al km 14+000 (centro abitato)
· SR UD 24 "della Val Pontaiba" aperta fino al km 7+600; chiusa per caduta alberi fuori dal centro abitato dal km 7+600 al km 9+461
· SR PN 1 chiusa in corrispondenza abitato di Vito d'Asio
· SR PN 57 “di Campone” chiusa dal km 11+300 al km 16+500 · SR PN 60 chiusa al sottopasso ferroviario km 0+000 loc. Fiume Veneto (entrata PN)
· SR PN 27 loc. Rauscedo guado chiuso dal km 11+500 al km 13+500
· SR PN 51 loc. Cordenons guado chiuso dal km 4+000 al km 5+800
· SR PN 49 chiusa al km 4+700 loc. Prata di Pordenone
· SR PN 25 "di Tamai" chiusa al km 4+800 loc. Brugnera
Per rendere l’idea di cosa si è abbattuto sulla regione basta leggere il rilevamento effettuato, martedì 30, dall’Osmer a Cima Rest (nella zona di Tramonti di Sopra), con folate che hanno raggiunto i 200 chilometri orari. Vento molto forte, comunque, anche quello che ha spazzato la Bassa e il Collinare, con raffiche tra i 90 e i 100 chilometri orari.
Precipitazioni che tra sabato e martedì a mezzogiorno hanno fatto registrare numeri record, con il valore più alto a Malga Chiampuz (Forni di Sotto), con 870 millimetri di pioggia: più di tre volte la pioggia usuale di ottobre. Dato praticamente identico quello registrato dai rilevatori Osmer a Casera Pradut (Claut), con 867 millimetri di pioggia caduta al suolo. A Livinal Lunc (monte Canin) sono stati invece registrati 621 millimetri, 504 i millimetri caduti a Cave del Predil.
Ma se l’acqua ha flagellato il Friuli Venezia Giulia, tra lunedì e martedì sono state pesanti anche le conseguenze del vento. Relativamente alla giornata di martedì, gli anemometri dell’Osmer hanno registrato il picco (200 km/h) a Cima Rest mentre sul Col Gallina (Polcenigo) le raffiche hanno raggiunto i 173 km/h.
In Carnia vento a 159 km/h sul Marinelli, 139 km/h sullo Zoncolan. Sul monte Lussari raffiche a 142 km/h: il valore più alto registrato dal 1993. «Ma se in montagna i valori sono stati da record - ricorda Stefanuto -, un vento molto forte ha soffiato anche sulla costa e sulla pianura: nella Bassa e sul Collinare sono state registrate raffiche tra i 90 e i 100 km/h.
La Regione, nel frattempo, ha dichiarato lo stato di emergenza e ha approvato uno stanziamento di 10 milioni per far fronte a una prima serie di interventi. Sono state messe in campo squadre di intervento per un totale di 900 persone.
Nello specifico, sono circa una sessantina i manutentori del Servizio gestione territorio montano, bonifica e irrigazione nonché 110 i cantonieri ed operai di Fvg Strade che la Regione ha messo a disposizione della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia per garantire gli interventi di sgombero materiali e il ripristino della viabilità nelle zone colpite dal maltempo che in questi giorni ha interessato il nostro territorio.
La decisione, su proposta degli assessori Stefano Zannier e Graziano Pizzimenti, è stata presa oggi nel corso della seduta straordinaria della Giunta regionale. Durante i lavori, l’Esecutivo, oltre a fare il punto della situazione, è entrato in alcuni dettagli operativi delle operazioni di emergenza, al fine di incrementare il numero di uomini e mezzi per riportare quanto prima alla normalità la situazione nelle zone alluvionate.
I 170 uomini, coordinati dalla Protezione civile regionale, andranno così ad aggiungersi ai 750 volontari già attivi nelle operazioni di monitoraggio e interventi sul territorio. A questi verrà poi affiancato il personale e i mezzi delle imprese di pronto intervento che operano lungo le arterie gestite da Fvg strade nonché i sorveglianti della società regionale, addetti al monitoraggio della viabilità.
I manutentori dell’area Foreste verranno impiegati per gli interventi emergenziali di alcuni servizi essenziali; tra questi figurano il ripristino della percorribilità di strade comunali interessate dalla presenza di alberature sulla carreggiata, smottamenti, ripristino della funzionalità delle opere di sgrondo delle acque e interventi di ripristino di dissesti idrogeologici.
Gli uomini verranno suddivisi in una quindicina di squadre che, nel Pordenonese, opereranno a Erto e Casso, Cimolais e Vito d’Asio. Nella Carnia, invece, saranno attive a Tolmezzo, Lauco, Valle del But, Resia, Forni di Sopra e Tarcento. Il raccordo organizzativo e funzionale degli operai sarà svolto dall’Amministrazione locale che, con il supporto del Servizio competente, li indirizzerà nei luoghi di intervento.
I 110 cantonieri e operai messi a disposizione da Fvg Strade saranno invece divisi in 21 squadre e interverranno lungo 22 strade regionali e una statale nell’area pordenonese e udinese interessate dalla presenza di detriti o smottamenti a seguito delle avverse condizioni meteo di questi giorni. Oltre agli uomini saranno operativi anche una sessantina di mezzi tra pale meccaniche ed autocarri.
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