UDINE. Ambulatori medici e aree d’emergenza ospedaliere affollati, farmacie prese d’assalto: il picco dell’epidemia influenzale, alla fine, è arrivato e ha colpito più duramente del previsto. Da quando è iniziata, infatti, ha provocato una vittima e 50 ricoveri all’ospedale di Udine (30 solo nelle ultime tre settimane), con sette pazienti gravi, di cui quattro finiti in Terapia intensiva.
Un bilancio pesante, non previsto, e forse nemmeno prevedibile, per quella che sembrava una stagione influenzale di media intensità, tanto più che i dati sulle vaccinazioni sono in netto miglioramento rispetto alle campagne di prevenzione degli anni precedenti. A farne le spese non sono stati solo soggetti anziani, cardiopatici o immunodepressi, ma anche pazienti giovani e giovanissimi, come il sedicenne che è finito all’ospedale Santa Maria della Misericordia a causa delle complicanze provocate dall’influenza.
Diverso il decorso clinico di un paziente di 89 anni di Pasian di Prato, finito al Pronto soccorso per una grave forma di polmonite insorta dopo aver contratto il virus H1N1, meglio noto come influenza suina. Si trattava di un anziano cardiopatico, che già si era sottoposto al vaccino antinfluenzale: trasportato all’ospedale di Udine, è stato ricoverato nel reparto di Medicina dove è spirato a causa delle complicanze a carico dell’apparato respiratorio.
«L’aumento della copertura vaccinale, quest’anno, ha limitato l’impatto dell’influenza sulla popolazione – fa il punto il direttore della Clinica Malattie infettive Matteo Bassetti – anche perché, a differenza dello scorso anno, ha circolato solo il virus di tipo A nelle varianti H1N1 e H3N3.
Eppure, a dispetto delle previsioni, l’epidemia ha provocato un numero di ricoveri di poco inferiore allo scorso anno, quando in provincia di Udine si registrarono ben 7 decessi. Va osservato – aggiunge – che molti dei pazienti finiti in ospedale non ricadevano nelle fasce della popolazione per la quale viene prevista la vaccinazione gratuita, un dato che dovrebbe far riflettere sull’opportunità di estendere la campagna di prevenzione all’intera popolazione».
Oltre alle complicanze respiratorie, spiega l’infettivologo, fra i pazienti in corsia a causa dell’influenza sono emersi numerosi problemi neurologici, con alcuni casi di encefaliti, ma anche problemi cardiologici con miocarditi. Ed è proprio alla prevenzione di queste complicanze, tiene a sottolineare Bassetti, che è diretta l’azione del vaccino, «tant’è – è la sua chiosa – che l’85% dei pazienti finiti all’ospedale non erano vaccinati». Pur garantendo un’efficace protezione infatti, il vaccino non esclude completamente l’insorgenza dell’influenza, possibile comunque nel 30% dei pazienti.
La copertura vaccinale, quest’anno, ha raggiunto il 56,7% fra i residenti dai 65 anni in su sul territorio di competenza dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, salendo al 57,5% per l’Aas3 Alto Friuli Collinare Medio Friuli e al 57,5% per l’Aas2 Bassa friulana isontina. Ma sono ancora più confortanti i dati relativi alle vaccinazioni fra il personale sanitario all’Asuiud che, dopo un raddoppio rispetto allo scorso anno, hanno toccato il 28,7%, a seguire i dati dell’Aas3 con il 25,1%, e dell’Aas2, ferma al 14,8%. Inferiori al 20% i dati relativi alle vaccinazioni del personale sanitario all’Asui di Trieste e all’Aas5 Friuli Occidentale.
Non è poco a fronte di un’epidemia che, a livello nazionale, ha messo a letto 832 mila persone, in particolare i bambini con meno di 4 anni. E non è ancora finita, non è da escludere infatti che con qualche colpo di coda il bilancio finale possa arrivare a 6 milioni di persone colpite.