talmassons. Una femmina adulta, 31 chili di peso, originaria da probabile incrocio fra il lupo italico e il lupo dinarico balcanico; in condizioni fisiche eccellenti. Questa la prima descrizione dell’animale che ne fa Luca Lapini, zoologo presso il Museo di storia naturale di Udine e consulente tra i più esperti nel settore. Poche ore dopo che la lupa investita sulla Napoleonica presso Talmassons è stata consegnata, gli studiosi si sono messi all’opera per ricavarne più dati possibile. Il reperto – in particolare la pelle e lo scheletro – verrà conservato a fini didattici e scientifici.
Lapini definisce «imbarazzanti» i casi di investimento di questi animali, ma avverte che accadrà con sempre maggiore frequenza: metà dei cuccioli di lupo muoiono per incidenti stradali. Così è accaduto un anno fa per gran parte di una cucciolata di 6 esemplari fra Vivaro e Spilimbergo. Adesso lo staff degli esperti cercherà confronti con gli altri lupi studiati in Friuli. Non attraverso le foto – sottolinea il naturalista – che si prendono in esame solo se molto nitide. A questo proposito, per Lapini è assai improbabile, da un confronto con l’immagine molto chiara del lupo fotografato a Paularo, che si tratti dello stesso animale. Altri lupi erano stati immortalati dal flash nel Medio Friuli, da Basiliano a Pavia di Udine. Esclusa anche la parentela, in base a calcoli sui tempi della cucciolate, con la più famosa coppia di lupi del Triveneto, Slavc e Giulietta. Si attendono quindi i dati del dna per un possibile albero genealogico della lupa della Napoleonica. Quanto ai motivi del ritorno del predatore, si fa riferimento alla maggiore diffusione degli ungulati, il cibo più consueto dei lupi, e dell’aumento di aree boscate. —
P.B.