Non si trova l’accordo per il nuovo presidente della casa di riposo
PALUZZA. Fumata nera per la scelta del presidente della casa di riposo “Casa degli operai vecchi e inabili al lavoro Matteo Brunetti” di Paluzza. Il consiglio d’amministrazione, riunitosi l’altra sera per deliberare sulla scelta del presidente, non ha trovato l’accordo sul nome proposto, quello del presidente uscente, avvocato Stefania Tassotti e la seduta è stata aggiornata. Durante la riunione, che doveva provvedere anche alla scelta del vicepresidente, i voti a favore di Tassotti per la presidenza sono stati 4, altrettanti astenuti. Alla riunione mancava un rappresentante, quello della famiglia Brunetti. Un momento di impasse che sfocia in una disputa politica. I Comuni della vallata del But, Arta Terme, Ligosullo, Treppo Carnico, Cercivento, Paluzza, Paularo e Sutrio indicano i componenti, uno per ente, del consiglio di amministrazione della casa di riposo, due rappresentanti siedono nel consiglio su indicazione della parrocchia di Paluzza e della famiglia Brunetti. A spiegare le ragioni della mancata elezione il sindaco di Treppo Ligosullo, Luigi Cortolezzis, che a causa dell’unione dei due Comuni, indica due rappresentanti. «È stata una scelta di democrazia aperta – inizia Cortolezzis – i vertici della casa di riposo debbono essere una scelta che transita per la condivisione». Cortolezzis aspettava un confronto con le altre amministrazioni comunali sulla scelta della presidenza della casa Brunetti. Non è andata così. Cortolezzis spiega la contrarietà del suo Comune al nome di Tassotti «non sono in discussione le capacità e l’integrità della presidente designata», ma segnala l’assenza di incontri fra le amministrazioni comunali per concertare le azioni e proporre un nome condiviso. «Sin dalla mia elezione a sindaco del nuovo Comune di Treppo Ligosullo – prosegue Cortolezzis – mi sono attenuto all’accordo che prevedeva la conferma dell’avvocato Tassotti alla guida della casa di riposo fino dicembre scorso. Mi sarei aspettato un incontro con gli altri sindaci per ricercare un nome condiviso». Cosa che non è avvenuta e costringe ora le amministrazioni comunale a un confronto, probabilmente non proprio idilliaco». —
G.G.
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