«Rivendico la libertà dell’amministrazione di decidere a chi dare soldi pubblici»
L’assessore ribadisce la propria opinione sul festival Vicino/lontano «Ho letto i libri di Terzani, ho una mia idea e non mi sento in colpa»

L’assessore alla Cultura, Fabrizio Cigolot, dopo aver ridotto di un terzo i fondi comunali a disposizione di Vicino/lontano, chiede rispetto per le proprie opinioni e per il proprio ruolo. Nell’intervento, che pubblichiamo qui sotto, ribadisce il suo giudizio su Tiziano Terzani scrittore e su un festival – a suo dire non libero da legami politici – che, comunque, gode di importanti contributi pubblici
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«Noto con stupore che è ancora in vigore il delitto di lesa maestà, fattispecie di reato che credevamo archiviata con la fine degli assolutismi. Ma la cosa assume contorni ancora più surreali se a farsene giudici sono proprio coloro che pretendono di fare della laicità una bandiera. Evidentemente tale pretesa, se effettivamente applicata al merito delle questioni puntuali, non è diventata un metodo, che infatti, nel loro caso, pare essere ancora impregnato di dogmatismo e del conseguente disprezzo per l’eretico che la pensa diversamente. Forse è un retaggio di quell’idea di egemonia culturale che muoveva certi ambienti decenni fa e che ancora oggi, seppur decisamente ridimensionata, continua sotto nuove forme ad esistere.
Quale sarebbe, quindi, la mia colpa? Semplice: avere osato mettere in discussione, ridimensionare, mettere in dubbio il premio dedicato a Tiziano Terzani e conseguentemente la sua figura, divenuta quasi un feticcio, un simbolo affilato da brandire contro posizioni diverse e diversamente strutturate.
Personalmente, da liberale, rivendico il diritto di avere l’idea dell’autore che mi sono fatto laicamente leggendo dei suoi libri e da assessore, la libertà dell’amministrazione di decidere chi sovvenzionare con i soldi dei cittadini. Ed è proprio in relazione alla natura del pensiero dell’autore, al già cospicuo ammontare di denaro pubblico ricevuto dall’associazione Vicino/lontano e dal fatto che Terzani non aveva alcun legame con la città di Udine che si è optato per una decisione che, lungi dal voler porre fine al festival o dettargli i temi, vuole liberare risorse per iniziative più piccole, giovani, fresche e, perché no, libere da legami politici.
Invito pertanto tutti coloro che si stanno stracciando le vesti per questa legittima decisione ad avere un po’ di rispetto per le opinioni altrui, senza evocare, come ormai da copione, epoche passate o metodi liberticidi, concetti che offendono chi tali epoche ha effettivamente vissuto oltre che l’intelligenza di chi li propone.
Quanto alla richiesta di alcuni consiglieri di minoranza, attendo che sia convocata al più presto la commissione Cultura per capire se anche da parte loro ci sia l’intenzione di valorizzare il festival rendendolo più vicino alla sensibilità di questa città. Ad ogni modo respingo al mittente l’accusa che le mie dichiarazioni siano gravi e inaccettabili; per me grave e inaccettabile è lo stato di abbandono in cui hanno lasciato per anni le sedi museali e i principali luoghi della cultura cittadina. È questo il mio prioritario impegno da amministratore. Le polemiche le lascio agli altri. Sono comunque certo che, anche a fronte di un taglio 20 mila euro su 220 mila totali di fondi pubblici, gli organizzatori del festival riusciranno a offrire ai propri affezionati un’edizione all’altezza delle precedenti, anche grazie alle risorse e agli spazi pubblici messi a disposizione dal Comune».
Fabrizio Cigolot
assessore alla Cultura,
Progetti europei
del Comune di Udine
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