Poveri ed emarginati nel 2018 il Fogolâr ha aiutato 98 persone
Italiani e stranieri, uomini e donne: è un’emergenza sociale Indispensabili i volontari, che curano l’accoglienza e la cena
Maschio, in una fascia d’età compresa tra i 41 e i 50 anni, con gravi difficoltà economiche e di emarginazione, straniero. Ma anche italiano.
È questo il “profilo” degli ospiti che, nel corso del 2018, sono stati accolti dal Fogolâr, la struttura di accoglienza notturna di via Pracchiuso gestita dal centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine, in convenzione con l’Uti Friuli Centrale. Su un totale di 98 persone, di cui praticamente la metà (47) si è affacciata al servizio per la prima volta (mentre il 52 per cento di loro si era già presentato in passato), emerge l’elevata percentuale di italiani. Sono soprattutto persone tra i 40 e 50 anni.
Un centinaio, dunque, le persone accolte (38 in meno rispetto all’anno precedente): 83 maschi e 15 femmine, 39 cittadini italiani (35 uomini e 4 donne), pari al 40 per cento, e 59 cittadini stranieri (48 uomini, 11 donne). Si tratta di persone che non hanno una fissa dimora, come conferma il dato del 33 per cento in cui gli ospiti hanno dichiarato di vivere abitualmente in strada o in ripari di fortuna (13 italiani e 20 stranieri). «Il Fogolâr non è solo un semplice asilo notturno, ma un luogo in cui la prima accoglienza consente di avviare la costruzione di percorsi di accompagnamento e di integrazione sociale – spiega Manuela Celotti, referente dell’Osservatorio povertà della Caritas diocesana –. Per ogni persona accolta c’è un progetto individuale e sempre di più il Fogolâr lavora in sinergia e collaborazione con la mensa dei poveri “La gracie di Diu” (dove è stato istituito un centro d’ascolto), con il dormitorio “Emergenza freddo”, con l’équipe di strada, con il centro d’ascolto diocesano e anche con l’Opera diocesana Betania».
Mancanza del lavoro, sottooccupazione o un licenziamento, oppure l’impossibilità di lavorare: sono queste le cause che hanno portato un centinaio di persone a chiedere aiuto alla struttura della Caritas. Rispetto alle provenienze delle persone straniere, le tre nazioni maggiormente rappresentate sono la Romania (11 persone), il Pakistan (10 persone) e la Nigeria (4 uomini) e, per quanto riguarda le 15 donne, le origini vedono in testa Romania (3), Nigeria (2), Moldavia (1), Bulgaria (2), Togo, Cina e Francia: alcune erano badanti, ormai senza impiego, impoverite a livello economico e con problemi di salute, di dipendenza da alcol e di depressione. Indispensabili in questa catena di solidarietà sono i volontari, che prestano il loro servizio dalle 19 alle 22, curando la fase dell’accoglienza e della cena, coinvolti attraverso la sensibilizzazione delle parrocchie della città. «Il Fogolâr – sottolineano – oltre a dare delle risposte concrete alle persone in difficoltà, rappresenta anche uno strumento di animazione e di responsabilizzazione della comunità locale. I volontari che operano all’interno dell’asilo notturno sono quindi il segno di una comunità che si fa carico delle problematiche e dei bisogni del territorio». —
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