Udine, resti romani in via Mercatovecchio: «Ma i lavori non subiranno ritardi»
Gli archeologi hanno scovato al centro della storica strada i diversi “livelli” di urbanizzazione che si sono susseguiti nel tempo

UDINE. In via Mercatovecchio spuntano resti di epoca romana. Nulla che possa fare invidia ad Aquileia, ma la Soprintendente Simonetta Bonomi, che ha effettuato una sopralluogo con il sindaco Pietro Fontanini e gli archeologi impegnati negli scavi, ha chiesto e ottenuto di poter proseguire l’indagine anche nella settimana di Ferragosto quando il cantiere si fermerà.
Un approfondimento scientifico che in ogni caso non rallenterà il cronoprogramma dei lavori che stanno proseguendo a ritmo spedito. Secondo quanto riferito dall’ingegnere Marco Disnan, il Rup (Responsabile unico del procedimento) del cantiere, a fine settembre potrebbe già concludersi il primo lotto.
Dopo il rifacimento della fognatura e dei sottoservizi nel tratto attualmente interessato dai lavori verrà infatti posata la pietra piasentina che – ha assicurato – «sarà quella prevista dal capitolato d’appalto», che prescrive l’impiego esclusivo di materiale estratto nel Cividalese. Il campione della pietra inviato dalla Edilcostruzioni Group di Teramo sarà esaminato a breve ma – ha precisato il sindaco – «è curioso che alcuni esponenti del Pd chiedano a noi chiarimenti quando il bando e le verifiche sull’offerta sono state fatte proprio dalla precedente amministrazione che ha affidato l’incarico». Come dire insomma che le eventuali responsabilità del problema, semmai dovesse esserci, sarebbero comunque da ascrivere al centrosinistra.
In ogni caso l’attuale Amministrazione si dice assolutamente tranquilla sia sul tipo di materiale che sarà utilizzato sia sulle tempistiche che non subiranno rallentamenti. Nemmeno dopo la recente scoperta degli archeologi voluti dalla Soprintendenza. «Sono stati recuperati alcuni materiali di epoca romana come dei frammenti di anfora e resti di quella che sembra essere una struttura anche se per capirlo sarà necessario allargare e abbassare lo scavo – spiega Bonomi che ha illustrato al sindaco e all’assessore alla Cultura, Fabrizio Cigolot, l’esito dell’indagine insieme a Luciana Mandruzzato della Arxe e al suo collaboratore Massimo Calosi –. È una scoperta interessante dal punto di vista storico e scientifico che ci potrebbe aiutare anche ad avere informazioni sull’evoluzione urbanistica della città. Il fatto che ci sia una struttura medioevale, una piccola finestrella, al centro della carreggiata ci fa immaginare per esempio che gli edifici attuali non si trovassero lì. Al momento però si tratta solo di ipotesi che vogliamo approfondire».
Già oggi gli archeologi della Arxe saranno al lavoro e proseguiranno anche per tutta la prossima settimana almeno. «Speriamo di capire qualcosa in più anche sulla struttura romana e chissà che non emerga anche qualcosa di epoca preromana risalente all’età del bronzo e del ferro», aggiunge la soprintendente. Grazie al lavoro degli archeologi, il Comune sta anche pensando a un progetto per ricostruire in 3d l’evoluzione nel tempo di Udine sfruttando proprio tutti gli scavi e, in alcuni casi, anche i reperti recuperati nei cantieri, molti dei quali sono già custoditi nei depositi dei musei civici.
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