Bisognerà aspettare l’ultima settimana di agosto, da lunedì 26 in poi, per inaugurare la vendemmia 2019 in Friuli Venezia Giulia. Queste almeno le previsioni di enologi, agronomi ed esperti del settore. Un’annata che, come tempistiche, si avvicinerà maggiormente ai canoni tradizionali per le nostre latitudini, cioè con il grosso della raccolta che si effettuerà in settembre. Al contrario, nelle ultime stagioni, dal 2015 in poi, la vendemmia veniva via via anticipata, tanto che l’anno scorso alcune aziende del Collio avviarono le operazioni, per le basi spumanti e per alcuni bianchi, nella settimana di Ferragosto.
Martedì 27, a villa Nachini Cabassi di Corno di Rosazzo, si terrà il tradizionale incontro tecnico di Assoenologi dove, alla presenza di docenti e professionisti, si farà il punto sulla stagione. Ma già oggi il presidente regionale di Assoenologi Rodolfo Rizzi è in grado di inquadrare lo stato delle cose e fare qualche ragionevole previsione. Innanzitutto il focus sui quantitativi di uva raccolta: al momento tutto indica che la raccolta sarà inferiore del 15 o 20 per cento rispetto al 2018 che, però, ricordiamolo fu un’annata eccezionalmente abbondante. Complessivamente dovrebbero essere raccolti circa 1,9 milioni di quintali di uva, un po’ più rispetto alla media (1,8 milioni) ma decisamente meno dei 2,2 milioni dell’anno scorso. E veniamo alla qualità. Si preannunciano vini che si collocheranno nella fascia medio-alta, anche se forse non avremo punte di eccellenza.
Ma la partita vera, dal punto di vista meteorologico, comincerà proprio adesso: da qui a fine settembre si deciderà che qualità avranno spumanti, bianchi e rossi che verseremo nel bicchiere. «Il caldo africano carico di umidità - aggiunge Rizzi - non ci aiuta, le muffe rischiano di danneggiare l’uva. Speriamo che la situazione cambi in fretta, con l’entrata di un caldo più secco e un’escursione termica più marcata, noi stiamo monitorando ogni giorno l’evoluzione.
Per i bianchi, che ormai rappresentano l’85% del vigneto Friuli, dai controlli giornalieri che stiamo facendo, e se tutto procede come dovrebbe, l’annata sarà tra buona e ottima. Punte di eccellenza per il Sauvignon, le cui uve sono già molto interessanti. Per un giudizio sui rossi è ancora presto, diciamo che ormai in Friuli è rimasta quasi solo una selezione dei vitigni migliori, quindi la qualità già in partenza dovrebbe essere più che buona. Ma sappiamo che diversi produttori stanno chiedendo l’impianto di Merlot, Schioppettino, Refosco e Pinot nero, forse avremo un’inversione di tendenza». Per quanto riguarda i territori che potranno dare i vini migliori, sempre in pole position Collio e Colli Orientali, «ma con questi cambiamenti climatici - conclude il presidente di Assoenologi - anche la pianura può dare ottimi risultati, superiori alla aspettative».