Servizi sociali, incognita Uti sulla gestione intercomunale
Sette municipi decideranno entro settembre se rinnovare o no la convenzione Il vertice dell’Unione del Tagliamento: «Per ora si è chiamato fuori San Giorgio»

Entro il 30 settembre i Comuni dell’Uti del Tagliamento dovranno decidere se sottoscrivere la convenzione per la gestione associata dei servizi sociali. Lo prevede la legge di riforma delle Unioni approvata dal consiglio regionale a dicembre, andando a smantellare l’architettura delle autonomie locali predisposta dalla precedente amministrazione regionale, nell’ottica di resuscitare gli enti Provincia.
Ciò che prima era obbligatorio, ovvero l’unione tra i Comuni, adesso diventa facoltativo e la domanda è che cosa accadrà dell’Uti del Tagliamento. È composta dai Comuni di San Vito (presidente è il sindaco Antonio Di Bisceglie), Casarsa (col sindaco Lavinia Clarotto quale vicepresidente Uti), Cordovado, Morsano, San Giorgio della Richinvelda, San Martino al Tagliamento, Sesto al Reghena e Valvasone Arzene. Spilimbergo vi era entrato a far parte solo per i servizi sociali.
La legge regionale che ha cancellato l’obbligatorietà delle Unioni territoriali intercomunali, volute dalla precedente amministrazione Fvg, stabilisce dunque il termine entro fine settembre per la gestione associata dei servizi sociali. Termine entro il quale si capirà chi vorrà rimanere nell’Uti e chi vorrà uscirne. «Entro quella data – afferma Antonio Di Bisceglie, sindaco di San Vito al Tagliamento e presidente dell’Uti del Tagliamento – dovrà essere definito se volontariamente i Comuni che ne fanno parte intendano proseguire la collaborazione, decidendo anche come, oppure andare al superamento». Entro quella data, c’è da chiudere la partita dell’ambito del servizio sociale dei Comuni, se riportarli in autonomia o mantenerli in convenzione. La convenzione entrerà in vigore il 1° gennaio. Chi rimane nell’Uti del Tagliamento? «Allo stato attuale – prosegue il presidente Di Bisceglie – è già uscito San Giorgio della Richinvelda e c’è una richiesta già deliberata da parte dell’amministrazione di Valvasone Arzene, per la quale si andrà alla definizione con gli altri Comuni».
Per quanto riguarda gli altri municipi membri, non è stata ancora avanzata alcuna richiesta, per cui è probabile che l’unione volontaria per proseguire la condivisione dei servizi venga mantenuta, anche se a ranghi ridotti.
Una riforma, quella di “smantellamento” delle Uti, che ha tolto anche le penalizzazioni economiche per le amministrazioni che avevano deciso di non aderire ai nuovi soggetti. Il modello dell’Uti è stato in pratica trasformato in un sistema di convenzioni, in cui è diventato facoltativo ciò che prima era un obbligo di legge. Il tutto, in attesa degli annunciati nuovi enti intermedi, ovvero le nuove Province.
Adesso bisognerà vedere che cosa rimarrà dell’Uti del Tagliamento, che in questi pochi anni di vita ha gestito servizi, elaborato progetti e distribuito risorse ai Comuni associati. —
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