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Vitigni resistenti in quota: ecco la sfida di due carnici

Forni di Sopra, Roberto Baldovin e Flavio De Santa tentano la sperimentazione per la zona Igt. «Se la Regione darà il via libera i terreni montani triplicheranno il loro valore»

2 minuti di lettura

FORNI DI SOPRA. Sui filari dei vigneti resistenti alle malattie i grappoli d’uva stanno maturando. È la terza annata che a Forni di Sotto e a Forni di Sopra, tra gli 850 e i 1100 metri di altitudine, Roberto Baldovin, 42 anni, una laurea in Scienze ambientali nel cassetto, e Flavio De Santa, 34 anni, animato dalla voglia di restare in montagna, raccolgono le uve di Solaris, il vigneto sperimentale già testato al passo della Mendola.



L’obiettivo dei due fornesi è quello di creare la zona Igt delle Dolomiti friulane per garantire un futuro alla montagna. La sperimentazione è iniziata nel 2015 con gli impianti dei primi filari. L’anno successivo è stata inviata la richiesta alla Regione, che alla fine del 2020 deciderà se dare il via alla commercializzare del vino Solaris conservato finora nelle botti.

Baldovin e De Santa con il supporto dei ricercatori dell’Istituto di San Michele all’Adige, hanno scommesso sulla coltivazione di una nuova varietà di uva da vino a bacca bianca, il Solaris appunto, di recente introduzione in Italia.

Se tutto andrà per il meglio, il valore dei prati stabili aumenterà fino a tre volte le quotazioni attuali», spiega Baldovin sapendo che molto dipenderà dalla Regione: in ballo c’è l’assegnazione delle quote per la coltivazione a vite.

Le ricadute potrebbero essere interessanti. Basta andare a visitare i vigneti per rendersi conto che quei pendii difficilmente potrebbero essere utilizzati in altro modo anche se fa un certo effetto vedere i vigneti nella splendida cornice delle Dolomiti friulane. «Questo vigneto resiste fino a meno 24 gradi di temperatura, in assenza di neve l’abbiamo testato a meno14».

Baldovin snocciola dati storici e scientifici, conosce ogni dettaglio della sperimentazione: «Il germogliamento tardivo mette al riparo le viti dai possibili effetti delle gelate primaverili che resta l’unico nostro problema». Non a caso, in primavera, i germogli vengono protetti con le bottiglie di plastica infilate sopra i getti.

«Dentro le bottiglie – aggiunge Baldovin – la temperatura è più alta di circa due gradi». Rispetto alla pianura anche l’elevata piovosità estiva tipica della montagna, si trasforma in un vantaggio, diventando un sistema di irrigazione naturale. Senza contare che i terreni argillosi della zona favoriscono il ristagno idrico. In questo contesto avviene la maturazione precoce delle uve.

Il progetto

Il progetto sperimentale si articola in quattro campi tra Forni di Sotto e Forni di Sopra. Il primo a 860 metri di altitudine in località Drogne, il secondo a 900 metri a Cella, il terzo a 960 in Pradas e il quarto a mille metri a Tavarons.

«Abbiamo preferito avviare la sperimentazione in un’ampia zona per valutare come si comportano le piante nelle diverse quote: ora sappiamo che dal più basso al più alto le varie fasi si completano in 14 giorni». I due viticoltori fanno notare che «la vite è una pianta autoregolante.

Quest’anno le foglie sono uscite 15 giorni dopo rispetto al passato, ma già con la fioritura il ritardo si era ridotto a 3 giorni. È una pianta meravigliosa, non sottoponendola a trattamenti dobbiamo solo prestare attenzione alla potatura».

Le varietà

Nei campi di Forni di Sotto e di Forni di Sopra è in corso la coltivazione sperimentale di otto varietà di vigneti resistenti alle malattie. Si tratta del Cabernet Cortis, il vigneto ottenuto nel 1982 da Norbert Beker a Freiburg incrociando Cabernet sauvignon e Solaris ed è riconosciuta come varietà resistente alle principali malattie funginee.

Il Merlot Khantus, varietà resistente alla Peronospora e tollerante allo oidio, adatta alle condizioni pedoclimatiche dell’Italia centro-settentrionale. Il Solaris, varietà a bacca bianca ottenuta nel 1975 da Norbert Beker incrociando Merzling x ( Zarya severa x Muscat Ottonel) riconosciuta come varietà resistente alle principali malattie funginee.

Soreli e Sauvignon Kretos, a bacca bianca, e Julius a bacca rossa, prodotte dai Vivai cooperativi di Rauscedo, varietà resistente a peronospora e tollerante a oidio, adatta alle condizioni pedoclimatiche dell’Italia centro-settentrionale.

A queste vanno aggiunti due prototipi Res F22 e Res F26: entrambi a bacca bianca, sono stati prodotti dalla fondazione “Mach” di San Michele all’Adige (Trento). Resistono alla peronospora, all’oidio e alla botrite. Baldovin e De Santa sono i pionieri dei vigneti resistenti in Carnia.

I due viticoltori, affiancati da Michele Bona, Paolo Valdesolo e Nicola Macrì dell’Enologica friulana, registrano tutti i dati, a iniziare dai livelli di piovosità e di siccità per finire con l’avanzamento dell’invaiatura sui grappoli e le quantità di uva prodotta.

Mettono insieme la documentazione per ottenere il via libera alla commercializzazione del vino. Tutti i dettagli sono disponibili sul sito www.thesolarisproject.org —


 

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