Gli alpini ricordano i caduti davanti al faro sul Bernadia

Quel faro sul Bernadia, un «segno che aiuta la memoria per chi non va mai dimenticato». Il tempo incerto del fine settimana non ha spaventato le penne nere che si sono ritrovate a Tarcento per il 61esimo raduno alpino organizzato dalla sezione Ana di Udine.
Tarcento quest’anno era anche la tappa di chiusura degli eventi correlati al 70esimo anniversario della Brigata alpina Julia e sabato per l’occasione la Fanfara della Julia si è esibita in sala Margherita – causa maltempo – per una serata molto suggestiva tra canti alpini e friulani.
Ieri gli alpini si sono ritrovati sul Bernadia con il picchetto armato della Julia, i vessilli dei Comuni di Tarcento, Udine e Lusevera e tanti gagliardetti: «È un segnale – ha detto Dante Soravito De Franceschi, presidente della sezione Ana di Udine – che la memoria resta molto forte. Il nostro compito è ricordare e quel faro pensato dal tenente colonnello Enrico Mattighello e realizzato nel 1958 per ricordare i caduti della Julia è un segno importante che aiuta la nostra memoria: abbiamo pensato a tutte quelle madri, quei padri, quelle fidanzate che hanno perso qualcuno. Con il tempo incerto ci aspettavamo una minor partecipazione, ma siamo stati contenti di vedere numerosi gagliardetti».
Tarcento quest’anno era la tappa conclusiva delle iniziative per ricordare i 70 anni della rifondazione della Brigata alpina Julia, avvenuta il 14 ottobre 1949: il faro del Bernadia era dunque una tappa a cui non si poteva rinunciare e per l’occasione si è pensato di dotare la struttura con nuove luci a led che sono state donate dalla ditta Baglem di Tarcento.
«Noi ricordiamo – dice ancora Dante Soravito – tutti i caduti, pensiamo a Cargnacco, a Muris, pensiamo a chi non è tornato dalla Russia, perché chi ha dato la vita per la patria va sempre assolutamente ricordato. Agli alpini morti nella grande guerra si aggiungono quelli morti in Afghanistan». —
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