Nove mesi senza bollette del gas: utenti “scaricati” ai call center
Va avanti così da mesi per centinaia di residenti a Paularo, Forni di Sopra, Forni di Sotto, e di quattro comuni del Pordenonese. La protesta di una pensionata: dopo una ventina di solleciti non so quanto pagare. Negli anni i costi sono triplicati: la Regione può intervenire ma servono le fatture

UDINE. Le speranze appese a una voce del call center che ripete «inoltreremo la sua richiesta». Va avanti così da mesi per centinaia di residenti a Paularo, Forni di Sopra, Forni di Sotto, e di quattro comuni del Pordenonese, dove le bollette del gas non arrivano da nove mesi.
Negli anni, i residenti si sono visti triplicare il costo del gas propano liquido a dispetto della convenzione adottata con la Regione nel 1990 che ne fissava il prezzo.
«Sta arrivando il freddo – protesta una pensionata residente a Paularo – e abbiamo dovuto comprare una stufetta per riscaldarci.
Non sappiamo quanto dovremo pagare di bollette per il consumo di questi nove mesi e anche chiedere i rimborsi parziali alla Regione comincia a essere difficile visto che non abbiamo documenti. Da tempo infatti la Regione ci viene incontro con un ristoro annuo di 1 euro e 27 centesimi al metro cubo di gas consumato.
Ma è necessario presentare la documentazione entro scadenze precise che sono sempre meno rispettate da Eni. Mi sono rivolta a Federconsumatori – spiega –, ho interpellato un legale, e come me hanno fatto tanti utenti. Inutilmente. E non abbiamo nemmeno la possibilità di cambiare fornitore, visto che Eni è l’unico ente in grado di fornirci il servizio».
La donna ha effettuato una ventina di solleciti telefonando al numero verde che rimanda a un call center: «A rispondere sono ragazzi e non possono far altro che inoltrare la segnalazione» chiarisce. Poi però, nulla succede.
E non è andata meglio agli utenti che si sono rivolti al vecchio ufficio informazioni di Villa Santina al quale si ricorreva anche per la segnalazione dei guasti.
«Ci rimandano al call center» spiega la donna con la voce sconsolata di chi ha dovuto peregrinare inutilmente “da Erode a Pilato”.
«Qui c’è gente che ogni mese deve mettere via il denaro necessario per pagare le bollette e ora non sa che fare, non si sa se occorrerà ricorrere a un prestito per pagare la bollette visto che il costo è elevato – è la protesta della donna –. Nell’inverno 2016 sono arrivata a pagare quasi mille euro per una bolletta.
Alla fine, ho dovuto limitare i consumi: spegnere il riscaldamento in camera, ricorrere al caminetto e alla stufa per riscaldare l’abitazione senza eccedere nelle spese, è necessario limitare i consumi e, magari indossare qualche maglia in più in casa».
Il sindaco di Paularo Daniele Di Gleria è già intervenuto in passato bacchettando l’Eni. «Oltre a non rispettare i termini della convenzione firmata con la Regione nel 1990 per quanto riguarda il prezzo del gpl che deve essere rapportato a quello del metano – aveva detto Di Gleria – dimostrano di non rispettarla nemmeno per quanto riguarda le spese di allacciamento alla rete di distribuzione».
E visto che Eni da tempo non mantiene i propri impegni, la Regione assegna ogni anno una cifra alle utenze a parziale rimborso delle maggiori spese pagate per il gas da riscaldamento da parte degli utenti. Più recentemente, è stato il sindaco di Forni di Sopra Giancarlo Dose a rivolgersi alla Regione per sollecitare Eni all’invio delle bollette.
«Nonostante le rassicurazioni fornite da Eni a seguito di un’interrogazione parlamentare del mese di giugno – ha commentato – le bollette non sono ancora arrivate. La Regione, che rimborsa parte del sovrapprezzo imposto da Eni alle famiglie – ha concluso –, deve intervenire per ovviare al problema perché in mancanza fatture relative al 2018 il rimborso alle famiglie è inferiore al dovuto». —
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