Tra semafori e ponti chiusi, la Carnia è ancora a senso unico. Non si vedono infatti lavori risolutivi ai ponti sul Fella, di San Martino e di Entrampo. Oltre due anni fa il consigliere comunale tolmezzino Valter Marcon aveva chiesto lumi sullo stato di salute con un dossier fotografico sulla ss52 e 52 bis. E solo dopo il crollo del Morandi a Genova, la più recente delle due strutture sul Fella è stata oggetto di alcuni interventi.
L’Accesso sbarrato
Non ci sono ancora segni visibili di cantieri sulla principale via di accesso alla Carnia, la Ss52, così definita anche dal perito industriale tolmezzino Marco Tomat (che riferisce di sue segnalazioni negli anni al capo cantoniere su parti sempre più ammalorate del ponte)e dal sindaco di Amaro, Laura Zanella, che da un anno cerca soluzione alle lunghe code che il semaforo crea con il senso unico alternato, suscitando le ire di pendolari, aziende e turisti. Zanella ricorda di aver chiesto col consigliere regionale Luca Boschetti fin dall’inizio alla Regione di intervenire sull’ex ponte ferroviario, asfaltandolo e collocandovi i new jersey, così da togliere il semaforo sul vicino ponte e far andare le auto verso Venzone sull’ex ponte ferroviario e verso Amaro sull’altro ponte. «La proposta –riepiloga Zanella – è stata accolta. Fvg strade ha trovato i 200 mila euro necessari per i lavori sull’ex ponte ferroviario. Ora fa l’appalto e prevede di avviare entro fine anno il doppio senso di marcia».
LE CREPE SUL Ponte
Secondo Tomat le barriere del ponte che da Entrampo conduce in Val Pesarina sono peggiori di quelle del ponte ferroviario sul Fella: «Sono semi distrutte – segnala – Ci transitano giornalmente scuolabus con bambini a bordo, corriere piene di studenti, autoarticolati pesantissimi. Le barriere sono fatte con il fil di ferro e l’impalcato è semisgretolato».
Il consigliere di minoranza di Prato Carnico, Gino Rinaldi, quando era sindaco chiese a lungo interventi a quel ponte, che conferma molto trafficato: «Nel post Vaia quest’anno – aggiunge – sono passati di lì un migliaio di camion e 40 mila mc di legname. E chi arriva dalle zone tagliate fuori dal ponte di San Martino ora deve passare di lì. Se succede qualcosa anche a quel ponte, mezza Ovaro rimane isolata. Almeno 5-6 corriere nel weekend salgono in Val Pesarina per gli orologi». Per Rinaldi le barriere vanno sistemate e il ponte allargato: «Le barriere sono un disastro. Due camion non passano, un camion e un’auto passano a stento, è pericoloso a piedi. Nel 2008 Anas aveva inserito nel suo piano triennale 3milioni di euro per allargarlo e farvi i marciapiedi, poi il ponte passò a FvgStrade e nel 2009 l’assessore regionale Riccardi in una riunione a Comeglians coi sindaci confermò l’intervento, che però non venne più realizzato.
UN VIAVAI DI CAMION
Il 27 settembre la minoranza di Ovaro ha diffuso un volantino sul ponte di San Martino, impercorribile a quasi un anno da Vaia per i residenti delle frazioni di Destra Degano con tanti disagi: lamentava il solo «viavai di camion che da due mesi trasportano a valle migliaia di metri cubi di ghiaia» e chiedeva a quale ufficio ci si debba rivolgere per il rimborso di spese e danni derivati dal protrarsi dell’interruzione del transito. La scorsa settimana finalmente i cittadini hanno visto lavori alla strada del ponte: è cominciato il riempimento del terrapieno franato. —