Sindaci mobilitati contro le opere nel medio corso del Tagliamento
Ribadito il no a interventi per la regimentazione del fiume Organizzate assemblee pubbliche per informare i cittadini

Informare, ma anche stimolare l’impegno e la mobilitazione delle popolazioni che da quasi cinquant’anni sentono la minaccia di opere che, dopo i prossimi lavori di diaframmatura degli argini a Latisana, l’ulteriore auspicata diaframmatura in sponda destra (Regione Veneto) e la necessaria ricalibratura del canale scolmatore Cavrato, sono da ritenersi non soltanto inutili, ma anche dannose. È quanto hanno intenzione di fare i sindaci e i rappresentanti dei Comuni del medio corso del Tagliamento. Gli amministratori delle municipalità di Ragogna, Pinzano, Forgaria, San Daniele del Friuli, Dignano e Vito d’Asio si sono riuniti più volte, preoccupati dal proposito dell’amministrazione comunale di Latisana di perseguire la realizzazione, nell’area del medio corso del Tagliamento, di opere di regimentazione del fiume per la laminazione delle piene. Opere osteggiate, a più riprese, dalla popolazione locale, che vedrebbe compromesso il proprio territorio e il corso di un fiume unanimemente riconosciuto come patrimonio naturale unico nel suo genere in Europa.
Gli amministratori hanno ritenuto di organizzare assemblee pubbliche per informare la gente, la stessa gente che si è battuta con forza e determinazione e con successo contro la realizzazione delle casse d’espansione tra i ponti di Pinzano e Dignano e prima ancora contro la realizzazione della diga sul ponte di Pinzano. Per questo un anno fa, in risposta a sollecitazioni della Direzione di Protezione civile nazionale, le amministrazioni dei Comuni del medio corso, con documento congiunto e approvato dai rispettivi consigli, si erano dette contrarie alla formazione di una ulteriore commissione per lo studio di opere di laminazione sino a che non fossero ultimati i lavori di difesa esposti.
Le amministrazioni, dunque, hanno stabilito di promuovere questi incontri per dare consapevolezza alla popolazione della minaccia incombente sul tratto di Tagliamento di propria competenza. «Non siamo disponibili ad assistere, senza che le autorità preposte facciano sentire la propria voce, a previsioni di attività e investimenti turistici nella foce del fiume, e quindi in una situazione di rischio in caso di piene, e in contemporanea sentirci chiedere che dobbiamo accettare opere di laminazione nel nostro territorio per prevenire i danni da esondazione nella Bassa friulana», ribadiscono gli amministratori. E aggiungono: «In presenza tra l’altro di soluzioni proposte dal Laboratorio Tagliamento che prevedono non soltanto la totale realizzazione delle opere nella Bassa friulana previste dal piano stralcio, ma anche eventuali opere aggiuntive da realizzare in prossimità di dove avvengono le esondazioni». —
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