Viaggio a Sant’Osvaldo La storia delle rogge dal 1217 tra opifici e mulini del borgo
Il libro di Michela Bonan sarà presentato venerdì alle 18 in circoscrizione L’autrice: «Ho cercato di comporre un mosaico d’insieme della periferia»

Le rogge caratterizzano alcuni degli angoli più belli della nostra città. Coperte in alcune zone centrali di Udine, scorrono nelle periferie dando personalità ad aree in cerca da sempre di identità. Michela Bonan con competenza e passione si è attrezzata di block notes e attrezzatura fotografica per scattare un vero e proprio documentario delle rogge a sud di Udine. Corsi d’acqua che hanno accompagnato lo sviluppo della città, che sono usciti miracolasamente (quasi) integri dal processo di modernizzazione.
Una risorsa preziosa: l’acqua, e più in particolare quella del torrente Torre. Uno scrigno di storia: le rogge con gli opifici sorti lungo il suo corso. Un atto di gratitudine a Lusevera che col torrente Torre che qui nasce, alimenta le rogge e a Reana da cui parte l’opera di canalizzazione e infine, al quartiere di Sant’Osvaldo dove l’autrice è residente. Questa è la cornice del libro “Le operose rogge di Udine, La lunga storia degli opifici e dei mulini nel borgo di Sant’Osvaldo” di Michela Bonan, Ed. Kappa Vu, che sarà presentato venerdì 11 novembre, alle 18, nella sede della circoscrizione 6, in via Santo Stefano a Udine.
Il libro offre poi una ricostruzione sistematica degli opifici (mulini, centraline idroelettriche, battiferro, etc.) sorti nel quartiere di San Paolo e Sant’Osvaldo, lungo la roggia di Udine e il canale di Castions a partire dal lontanissimo 1217. La ricostruzione presenta le immagini tratte dai documenti storici ufficiali, accostandole in parallelo a quelle odierne in modo da offrire il confronto diretto ieri/oggi.
Le pagine ricreano un vero e proprio percorso dove si individuano dodici tappe, a partire da piazzale Cella, per arrivare in via Basaldella al confine con il comune di Campoformido e ritornare, lungo il percorso del canale di Castions, nella direzione del piazzale di partenza, dietro la zona dell’auditorium Menossi per arrivare in via San Paolo.
E poi sottolineature inedite, anche di notizie già esistenti, come ad esempio, la presenza di una centralina idroelettrica del Malignani in via Pozzuolo, in aggiunta a quelle comunemente note in Largo delle Grazie, in via Gemona e in viale Ledra.
«Un altro elemento di novità riguarda la “lettura” della storia completa del pastificio Storti che sorse in via Basaldella, che fu in origine, nel 1217, il “mulino de lis rivis” di proprietà del nobile Asquino di Moruzzo, documentato dalla più antica attestazione della presenza dei mulini nel territorio udinese.
Un libro caratterizzato da uno stile divulgativo, che presenta informazioni brevi, salienti ed essenziali, alternate con piacevoli immagini e foto, per suscitare l’interesse di un pubblico più ampio e vario per età, interessi e cultura.
«Il desiderio di capire sino in fondo la natura, la storia, l’importanza per il territorio di questi percorsi d’acqua mi ha indotto a varcare le porte non solo di archivi pubblici, ma anche di alcune famiglie che hanno avuto, nei tempi passati, un ruolo di rilievo nell’economia della zona, senza dimenticare l’apporto prezioso di alcuni importanti Enti che sovrintendono alla gestione delle rogge nel territorio. Con le testimonianze storiche acquisite, ho cercato poi di comporre un mosaico d’insieme che mi auguro possa essere utile per fornire ai lettori un’identità inedita e articolata del quartiere di Sant’Osvaldo», spiega l’autrice Michela Bonan. —
P.M.
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