No alla laminazione del medio Tagliamento Pinzano è capofila
PINZANO al tagliamento. Informare, ma anche stimolare l’impegno e la mobilitazione delle popolazioni che da quasi cinquant’anni sentono la minaccia di opere che, dopo i prossimi lavori di diaframmatura degli argini a Latisana, l’ulteriore auspicata diaframmatura in sponda destra (regione Veneto) e la necessaria ricalibratura del canale scolmatore Cavrato, sono da ritenersi non soltanto inutili, ma anche dannose.
Parte da Pinzano al Tagliamento la battaglia unanime e condivisa dei comuni del medio corso del Tagliamento preoccupati dal proposito dell’amministrazione comunale di Latisana di perseguire la realizzazione, nell’area del medio corso del Tagliamento, di opere di regimentazione del fiume per la laminazione delle piene. Opere osteggiate a più riprese dalla popolazione locale che vedrebbe compromesso il proprio territorio e il corso di un fiume unanimemente riconosciuto come patrimonio naturale unico nel suo genere.
Per questa ragione è stato formulato un ordine del giorno congiunto in merito all’Accordo in collaborazione per la mitigazione del rischio idraulico nel basso corso del fiume Tagliamento che sarà portato in discussione domani in consiglio comunale a Pinzano (convocato alle 20 dal sindaco Emanuele Fabris) e che sarà successivamente discusso ed approvato dalle municipalità rivierasche interessate: Ragogna, Forgaria, San Daniele del Friuli, Dignano e Vito d’Asio. Gli amministratori hanno organizzato assemblee pubbliche per informare la gente, la stessa gente che si è battuta con forza contro la realizzazione delle casse d’espansione tra i ponti di Pinzano e Dignano e prima ancora contro la realizzazione della diga sul ponte di Pinzano. Per questo un anno fa, in risposta a sollecitazioni della direzione di Protezione civile nazionale, le amministrazioni dei comuni del medio corso si erano dette contrarie alla formazione di una ulteriore commissione per lo studio di opere di laminazione sino a che non fossero ultimati i lavori di difesa esposti. Si tratta ora di ribadire quanto già ampiamente esposto. —
G. Z.
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