A tavola senza telefonino: tre ristoranti di Gemona aderiscono
Prime adesioni al progetto per ridurre l’utilizzo degli smartphone tra i minorenni. Distribuiti nei locali i kit con fogli, matite e giochi per coinvolgere i bambini
Piero Cargnelutti
GEMONA. Arrivano le prime adesioni dai locali e ristoranti della zona al Patto di comunità per il benessere digitale: sono pronti a dare il loro contributo per promuovere la socialità mettendo da parte per un attimo lo smartphone fra i minorenni.
Il progetto avviato dall’associazione Media educazione comunità (Mec), con la collaborazione dell’istituto comprensivo di Gemona, di molti enti, ma soprattutto di 220 venti famiglie che si sono impegnate a ridurre l’utilizzo dello smartphone ai loro figli per farlo diventare un “uso” consapevole, si allarga dunque nella comunità.
Tre ristoranti ed esercizi della zona hanno accettato il kit sperimentale contenente fogli da disegno, matite, pastelli, pennarelli, e giochi: si tratta del ristorante “Da Willy” di Gemona, il bar “La Bettola” di Artegna, e l’agriturismo “Al Tulin” di Montenars.
È un inizio perché Mec punta a coinvolgere ancora altre attività commerciali della zona ma sicuramente è molto significativo perché si tratta di tre realtà che rappresentano luoghi di aggregazione e di richiamo nei comuni di Gemona, Artegna e Montenars.
«Si vuole offrire – fa sapere Giacomo Trevisan di Mec – un’alternativa per le famiglie che al tavolo del ristorante o del bar possono così provare a coinvolgere i propri bambini senza la “barriera” dello schermo. A lungo termine, questo approccio alle tecnologie più “lento”, può consentire di trasmettere ai ragazzi l’autoregolazione nell’uso dei dispositivi e la capacità di integrare nuove e “vecchie” tecnologie all’insegna dell’alternanza».
Quante volte capita di entrare in un locale pubblico e vedere dei bambini “parcheggiati” con il loro tablet in mano mentre i genitori si prendono un po’ di tempo per rilassarsi? Ecco, il patto per il benessere digitale sta cercando di rispondere a questa necessità proponendo dei giochi per i più piccoli, magari da condividere fra loro piuttosto che lasciarli alla mercé di uno strumento tecnologico che deve essere utilizzato con coscienza.
«I genitori si trovano spesso sotto pressione nel tentativo di dare regole efficaci e coerenti ai propri figli nell’uso corretto del cellulare – spiega Giacomo Trevisan –. Grazie al patto di comunità per il benessere digitale, le famiglie si alleano per concordare regole comuni. Ribadiamo che non c’è nessuna intenzione di puntare il dito contro le famiglie libere di fare scelte di altro tipo, né di apparire contrari alle nuove tecnologie, anzi ne promuoviamo l’uso attivo e creativo, ma nei tempi giusti».
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