Quattro anni dalla morte di Giulio Regeni, fiaccolata a Fiumicello. La mamma: "Grazie di cuore"
Fedriga: la Commissione che indaga sulla morte del giovane ricercatore friulano proceda con rapidità. Shaurli (Pd): lo strappo nel diritto è ancora dolente

In centinaia a Fiumicello per ricordare Giulio Regeni
FIUMICELLO. Anche il presidente della Camera Roberto Fico tra le centinaia di persone che, nella serata di sabato 25 gennaio, hanno partecipato a Fiumicello alla fiaccolata per ricordare i quattro anni senza Giulio Regeni.
Al centro della piazza principale 4 mila candele hanno illuminato la parola «Verità», scandita poi a più riprese per ricordare la scomparsa del ricercatore friulano: mille per ogni anno passato senza conoscere questa verità.
Il 25 gennaio 2016 alle 19.41 il ricercatore inviò il suo ultimo messaggio dalla capitale egiziana. Poi di lui non si seppe più nulla fino al 3 febbraio, quando il suo cadavere, sfigurato, fu trovato su una strada tra Il Cairo e Alessandria.
La famiglia chiede, esige verità e giustizia. La stessa che ha chiesto anche il presidente Fico (giunto con le stampelle) per una «questione di Stato», invitando le istituzioni a «essere un’unica voce». Tra le persone, anche il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta, Erasmo Palazzotto.
La marcia si è conclusa alle 19.41 con un minuto di silenzio, proprio alla stessa ora - come anticipato - in cui Giulio Regeni inviò il suo ultimo segnale di vita.
LEGGI LO SPECIALE SU GIULIO REGENI
Fico: le istituzioni si coordinino per la ricerca della verità. «Le istituzioni si devono muovere in modo coordinato, si devono parlare, devono coordinarsi come stiamo facendo, e dobbiamo riprendere la cooperazione giudiziaria perchè oggi abbiamo 5 nomi iscritti nel registro degli indagati, che sono anche agli atti della commissione di inchiesta parlamentare».
Lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, a chi gli chiedeva cosa possono fare le istituzioni nella ricerca di verità per Giulio Regeni. Questo, ha aggiunto, «diventa patrimonio di tutti e il patrimonio collettivo fa sì che ci sia ancora più forza nella ricerca della verità, anche da parte dell'opinione pubblica, e che almeno inizi il processo per queste cinque persone per il sequestro».
Il richiamo dell'ambasciatore italiano in Egitto, come richiesto dalla famiglia di Giulio Regeni, «non è una cosa che compete a me, come presidente della Camera, ma non c'è dubbio che va fatta una riflessione perché devono arrivare i risultati. Il 2020 deve essere l'anno di Giulio Regeni».
Nel percorso di ricerca e verità per Giulio Regeni «ora bisogna fare passi avanti, devono esserci dei fatti e non dichiarazioni, che sono prese in giro e che non vogliamo neanche ascoltare».
«I fatti - ha aggiunto il presidente della Camera - ci devono dire che l'Egitto sta collaborando nelle rogatorie. Se non collabora vuol dire che ci sta prendendo ancora in giro, questo come Stato non possiamo ammetterlo».
Fedriga: la Commissione proceda con rapidità. «Ricordare il quarto anniversario del rapimento e della barbara uccisione di Giulio Regeni senza che sia stata fatta luce sui fatti e siano stati assicurati alla giustizia i colpevoli indigna e addolora».
Così in una nota il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a quattro anni dalla scomparsa a Il Cairo del giovane ricercatore friulano. «Abbiamo il dovere tutti di continuare a chiedere la verità», aggiunge Fedriga.
«Auspico che la Commissione di inchiesta parlamentare proceda con rapidità e incisività per contribuire a che giustizia venga fatta», ha poi concluso.
La mamma di Giulio: "Grazie di cuore". «25 gennaio 2016 - 25 gennaio 2020...4 anni ... grazie di cuore a chi ci sta vicino...!». È quanto scrive Paola Deffendi, mamma di Giulio Regeni, sul suo profilo Facebook a quattro anni dalla scomparsa del ricercatore friulano al Cairo.
«È fondamentale che la politica aiuti la Procura, sempre nel rispetto della divisione dei poteri», nella ricerca di verità per Giulio Regeni. Abbiamo «visto una carrellata di affari che continuano» con l'Egitto. «Bisogna fare delle scelte. Invito il Governo a fare una riflessione. Tutto ciò va nell'ottica del richiamo dell'ambasciatore».
Lo ha detto ancora la mamma di Giulio dal palco del teatro di Fiumicello. «Dobbiamo reagire in qualche modo - ha poi aggiunto il padre, Claudio - per noi è un oltraggio inaccettabile aver ucciso un giovane ragazzo e pensare di essere impuniti, di non rispondere neanche alle richieste di informazioni che vengono trasmesse dai nostri procuratori a Il Cairo».
Paola Deffendi ha quindi chiesto che la Commissione di inchiesta parlamentare sulla morte di Giulio, «strumento democratico importantissimo», «non diventi una passerella o depistaggio», ma che «sia un ponte tra tutto il lavoro di investigazione che ha fatto la Procura e che abbiamo fatto noi con tutta la parte politica. Se non c'è questo non possiamo raggiungere verità e giustizia».
Sul palco c'è anche la bicicletta che il ricercatore usava a Cambridge: «Se qualcuno spera che noi ci fermiamo nella ricerca di verità... - ha aggiunto Paola Deffendi - noi non ci fermiamo e penso che questa bicicletta sia il simbolo del non fermarsi». Su come il mezzo sia giunto in Italia, ha precisato: «Nessuno dei due, nè io nè mio marito, siamo andati a Cambridge, se vado non so come va...».
Shaurli (Pd): strappo nel diritto è ancora dolente. «Siamo legati a Giulio Regeni e alla famiglia da un impegno civile che con il tempo diventa sempre più consapevole e vincolante. La lotta per la verità e la giustizia non possono fermarsi e anzi le manifestazioni in Friuli Venezia Giulia e in altre parti d'Italia sono il segno di uno strappo nel diritto, violento e ancora dolente.
Il nostro appello è fermo: il Pd Fvg affianca e sostiene l'opera della magistratura e della Commissione parlamentare d'inchiesta». Lo afferma in una nota il segretario regionale Pd Fvg, Cristiano Shaurli.
I commenti dei lettori