Addio all’ex sindaco Tiziano Dalla Marta
Tolmezzo: Architetto, pittore e amministratore, aveva 97 anni. È stato uno dei principali artefici dello sviluppo dell’area industriale

TOLMEZZO. Il suo nome è indissolubilmente legato alla crescita industriale ed economica di Tolmezzo, che piange la scomparsa di uno dei suoi più illustri amministratori. Sindaco dal 1965 al 1975, Tiziano Dalla Marta si è spento a 97 anni lunedì sera nella sua abitazione , con lui se n’è andata una figura emblematica della montagna friulana.
Ultimo di quattro fratelli, era nato a Povegliano Veronese. Il padre faceva il calzolaio, ma durante la seconda guerra mondiale si unì agli sfollati e approdò a Tolmezzo con la famiglia. Tiziano era un ragazzino con una spiccata sensibilità artistica e un’intelligenza vivace.
Gli studi lo portarono all’Accademia delle Belle arti di Venezia, fu grazie alle conoscenze maturate all’ateneo che conobbe Caterina Dagaro, la donna che sposò il 7 aprile 1945 e con la quale si trasferì in Val Pesarina. Da quel matrimonio sono arrivati, in rapida successione, i figli Tiziana, Sara, Luciano, cui nel 1953 si è aggiunto Martino, morto prematuramente.

«Fui io, a 3 anni, a porgere la corona d’alloro sul capo di mio padre il giorno in cui si laureò in Architettura» racconta Tiziana Dalla Marta.
La carriera di suo padre, a quel punto, prese il via rapidissima, prima nel suo studio a Prato Carnico, poi a Ovaro, quindi a Tolmezzo, dove la famiglia si trasferì negli anni Sessanta. Progettò case, condomini, edifici pubblici e chiese. Sue quella di Piani di Luzza e quella di Betania, tanto per citare alcune creazioni.
«La sua grande passione, e il suo autentico grande talento, però, era la pittura – confida la figlia – cui si è sempre dedicato con passione dando vita e ritratti e a sacre rappresentazioni, riunite in un’esposizione a Palazzo Frisacco, un paio d’anni fa».
Uomo di saldi principi e di profonda fede religiosa, maturò il suo impegno civico sin dalla giovane età, quando garantì il proprio supporto alla lotta partigiana e si impegnò nella politica con la Dc. Fu sindaco a Prato Carnico dal 1949 al 1955 e a Tolmezzo per un decennio a partire dal 1965. A ricordarlo è l’amico Antonio Martini, ex presidente del consiglio regionale e della comunità montana.
«È stato un grandissimo amministratore, quando si candidò alle Regionali pur senza supporti mancò per sei voti l’entrata in consiglio – ricorda Martini –. Si deve al suo intuito se la zona industriale ha preso forma, e con lei lo sviluppo economico della zona».
«Siamo un accampamento di beduini» era solito ripetere, segnalando la necessità di organizzare la crescita delle aziende locali. Così affidò all’urbanista Luciano Di Sopra l’incarico di stendere il Piano regolatore e, con altri tolmezzini, convinse Apollo Prometeo Candoni a trasferire la Seima dalla Francia a Tolmezzo, aprendo le porte a un’industria che con i suoi mille dipendenti ha rappresentato un pilastro dell’economia in Carnia.
A ricordare la sua dirittura morale e il suo carattere indomito è anche il sindaco Francesco Brollo: «Battagliero lo fu anche accanto a Romano Marchetti, quando il governo chiuse tribunale e procura: lo ricordiamo seduto sotto il portico all’ingresso del Palazzo a portare le ragioni della giustizia di prossimità».
«L’Anpi – è il commento di Pasquale D’Avolio, presidente sezione di Tolmezzo a nome anche di quella provinciale – perde un testimone importante della lotta di Liberazione. È una perdita grave per la Carnia. Fin quando ha potuto, Tiziano ha dato il suo contributo di pensiero e di azione per la soluzione dei problemi della montagna carnica: importante la sua partecipazione alla manifestazione per la salvaguardia del tribunale di Tolmezzo».
Nel 2013, la morte della moglie lo colpì nei suoi affetti. Appassionato di arte e di letture, ha trascorso gli ultimi anni circondato dall’affetto dei figli, di 8 nipoti e 11 pronipoti. I funerali si terranno in forma privata, nel rispetto delle attuali disposizioni di sicurezza.
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