RIVIGNANO TEOR. Era appassionato di animali da cortile e di uccelli, Federico Cortiula di Rivignano, e ogni sera dava un’ultima occhiata ai suoi amici pennuti prima di sedersi a fumare una sigaretta e scambiare due chiacchiere con i fratelli Massimo e Roberto, in attesa di andare a dormire. Così si è disposto a fare anche giovedì 16 aprile, ma alle 20.30, dopo aver passato in perlustrazione staia e gabbiette, si è improvvisamente accasciato in giardino perdendo conoscenza sotto gli occhi di Massimo, senza una parola o un lamento. Un malore che non gli ha lasciato scampo ne ha troncato l’esistenza a soli 52 anni. I fratelli Massimo e Roberto (che era in casa) hanno allertato il 118, alternandosi a cercare di rianimarlo sotto la guida telefonica dei sanitari che, arrivati sul posto, hanno continuato per 40 minuti a tentare il possibile, ma tutto è stato inutile.
Federico, una buona persona: così lo descrive Angelo Bertoli, assessore comunale e vicino di casa dall’infanzia, compagno di scorribande a pescare nei canali di risorgiva e delle marachelle che si fanno da giovani. I fratelli Cortiula allora davano una mano al padre, Giacomo, che gestiva il distributore Total in piazza a Rivignano, e alla madre Norina Bertoli, dai quali avevano ereditato anche competenza per il lavoro in campagna e il rispetto dei ritmi della terra.
Una famiglia unita e solidale, troppo presto colpita dalla morte di una sorellina che mancò per un incidente a 7 anni, del papà nel 2002, della mamma nel 2014, ancora per una tragica caduta in bicicletta. Ora i tre fratelli, continuando ad abitare nella casa di famiglia, si dividevano i compiti del ménage familiare; a Federico piaceva cucinare.
Una persona mite e riservata, ma sempre disponibile a dare una mano, così lo ricordano i fratelli e gli amici. La passione per gli uccelli era la sua distrazione preferita: allevava canarini e cardellini, gioendo di sentirli cantare. Ne curava la schiusa in incubatrice, portandoseli in casa se serviva svezzarli al caldo; se trovava una nidiata abbandonata in campagna non mancava di portarla in salvo e di tirarla su come lui solo sapeva fare e poi liberarla.
La sua giornata era divisa fra lavoro, faccende di casa e qualche momento al bar, sempre con misura e senza eccessi. Stava bene Federico, nessuna patologia pregressa poteva far immaginare il dramma. Lascia un vuoto immenso nella famiglia e nel cuore di quanti gli hanno voluto bene: oggi lo ricorderà nella messa in streaming il parroco monsignor Paolo Brida, che ne ha benedetta la salma ieri prima dell’avvio a cremazione.