L’omaggio di Lusevera dopo oltre 40 anni alla vittima “dimenticata” del terremoto
Anna Cragnolini fu tra i 10 morti del paese, ma il nome non c’è sul cippo che li ricorda. La rosa del sindaco sulla tomba

LA STORIA
LUCIA AVIANI
Morì durante la scossa del 6 maggio 1976, sotto il peso di una trave. Eppure del nome di Anna Cragnolini, una delle 10 vittime provocate dal sisma a Lusevera, non c’è traccia sul monumento eretto nella frazione di Cesariis, dopo la ricostruzione, per perpetuare la memoria di chi fu ucciso dal terremoto. A nulla sono valse nel tempo le ripetute segnalazioni e le richieste di una lontana, ma affezionata parente, Gianna Cadò (oggi consigliere comunale a Lusevera), che alla fine, datasi per vinta, ha abbandonato la sua battaglia.
Pochi giorni fa è però successo qualcosa che la signora sperava accadesse da 40 anni: «Il sindaco Luca Paoloni – racconta – ha scoperto che Anna Cragnolini era registrata fra le persone del paese morte a causa della scossa, ma che non compariva nell’elenco delle vittime onorate dal cippo. Nel giorno dell’anniversario, il 6 maggio, ha così voluto recarsi con una rosa sulla sua tomba, nel cimitero di Pers. È un gesto che mi ha commossa: per questo tengo a rivolgergli un pubblico ringraziamento, perché la sua sensibilità ha compensato tanti anni di mancata attenzione». E il primo cittadino si spinge oltre: «Valuteremo – dice Paoloni – la possibilità di colmare la lacuna inserendo anche il nome di questa nostra concittadina sul monumento dedicato alle altre nove vite spezzate dal sisma».
Nata a Pers e sposatasi con un compaesano, dopo il matrimonio Anna Cragnolini in Moro – che ebbe un’unica figlia, morta però pochi giorni dopo la nascita – si trasferì a Genova, dove trascorse un lungo periodo svolgendo il lavoro di portinaia. Fu proprio la sua professione a farle conoscere l’allora proprietario dell’azienda Dufour, che della donna custodì sempre un ricordo talmente caro da mandarle ogni anno, in una determinata ricorrenza, un pacco pieno dei dolci della propria ditta.
Al momento della pensione, poi, Anna rientrò nel borgo natale. All’indomani della tragedia del 6 maggio 1976 a occuparsi delle dolorose procedure di recupero del corpo e di sepoltura fu proprio Gianna Cadò (e sempre a lei, per inciso, toccò dare la triste notizia della scomparsa della parente al patron Dufour, che aveva chiamato per chiedere come stesse): «In un primo momento – racconta – fu sistemata nel cimitero di Pradielis. Solo in seguito, quando fu possibile, la salma fu riesumata e trasferita nel camposanto di Pers, dove c’era la tomba della sorella di Anna». Davanti al monumento incompleto ogni anno, nella ricorrenza del 6 maggio, il Comune tiene una cerimonia di commemorazione in ricordo dei cittadini vittime del sisma.
«Stavolta non è stato possibile – commenta il sindaco –. Di solito celebriamo una messa, poi deponiamo un omaggio floreale ai piedi della lapide e concludiamo il ritrovo con un piccolo momento conviviale. L’emergenza sanitaria ha interrotto questa consuetudine, ma ho voluto comunque rendere omaggio ai nostri morti, pur nel pieno rispetto delle misure di sicurezza che devono accompagnare questa difficile fase. Con me c’erano il vicesindaco Mauro Pinosa, l’assessore Sara Pascolo e i due capigruppo consiliari, di maggioranza e di minoranza». E dopo aver reso gli onori agli scomparsi, Paoloni ha raggiunto, come detto, il piccolo cimitero di Pers per portare un fiore, per la prima volta, alla vittima non più dimenticata. —
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