Negozi di abbigliamento, ecco le regole anti-Covid: vapore secco per gli abiti
Istruzioni su come trattare i vari materiali, rimuovendo quelli non facili da pulire come moquette e tappeti, poltrone e sedute di stoffa o con cuscini. Se poltrone e sedute non si possono rimuovere, vanno coperte con teli monouso o lavabili. Ai clienti vanno messi a disposizione guanti e gel

UDINE. Regole stringenti per tutte le attività economiche che riaprono al pubblico. E per chi si occupa di abbigliamento, disposizioni aggiuntive, e non sempre facili. A indicarle il ministero della Salute che ha emanato una specifica circolare in cui fornisce indicazioni proprio ai negozi di abbigliamento.
Per loro, ovviamente, tutte le indicazioni valide per qualsiasi azienda, dalla pulizia rigorosa di superfici, oggetti ecc., alla disinfezione con prodotti appositi con azione virucida (che devono essere autorizzati), al garantire il ricambio dell’aria. Ogni attività deve stabilire una procedura di azione e una pianificazione preventiva contro il Sars-CoV-2, le deve aggiornare, deve registrare tutte le azioni intraprese, deve incentivare tutte le persone ad adottare misure preventive ecc.
Ci sono poi istruzioni su come trattare i vari materiali, rimuovendo quelli non facili da pulire come moquette e tappeti, poltrone e sedute di stoffa o con cuscini. Se poltrone e sedute non si possono rimuovere, vanno coperte con teli monouso o lavabili.
Ai clienti vanno messi a disposizione guanti e gel, il gel deve essere presente nei pressi dei camerini di prova, e gli stessi camerini devono essere sanificati «in ragione della frequenza del loro utilizzo». Per quel che riguarda gli abiti «il vapore secco - scrive il ministero - sembra essere il metodo consigliabile per la sanificazione degli abiti». No prodotti chimici, che li possono danneggiare, no a radiazioni ionizzanti, le lampade UV-C non sono compatibili con tutti i capi di abbigliamento. Meglio sarebbe il loro lavaggio, in acqua o a secco, «ma rappresenta - concede il ministero - un processo di manutenzione straordinario», che probabilmente solo pochissimi negozi potrebbero concedersi.
E, ancora, nel documento si parla anche di procedure di sanificazione di cui si sente molto parlare, ad esempio quelle riconducili all’ozono, al cloro attivo, al perossido di idrogeno. Si tratta di procedure oggetto di un documento già pubblicato (è il Rapporto Iss Covid-19 del 15 maggio) che contiene indicazioni sul loro corretto utilizzo. Ma queste sostanze, generate in situ «non sono autorizzate come disinfettanti - precisa il ministero - e quindi non possono essere utilizzate in attività di disinfezione». Solo al termine dell'attività di validazione da parte delle autorità sanitarie sull’efficacia e la sicurezza, saranno eventualmente autorizzate.
I commenti dei lettori