La banda larga già in 31 comuni della montagna. E tra due anni sarà posata in tutta l’area critica
Necessaria la collaborazione con Insiel per tagliare i tempi. Saranno cablate 180 realtà, almeno 300 mila utenti coivolti
Giacomina Pellizzari
UDINE. Il problema c’è ed è grave, ma in 31 comuni della montagna Open Fiber ha già installato la fibra e da qualche mese è partita anche la sua commercializzazione. Si tratta di Amaro, Ampezzo, Andreis, Artegna, Barcis, Buia, Castelnovo del Friuli, Cavazzo Nuovo, Chiusaforte, Cimolais, Claut, Dogna, Enemonzo, Erto e Casso, Fanna, Forni di Sotto, Lauco, Magnano in Riviera, Majano, Moggio Udinese, Pinzano al Tagliamento, Preone, Raveo, Resia, Resiutta, Sauris, Socchieve, Travesio, Venzone, Villa Santina e Vito D’Asio. A questi, tra qualche settimana, se ne aggiungeranno altri cinque. Sono tutti dotati di tecnologia Ftth (Fiber to the home) capace di garantire una velocità di trasmissione fino a 1 Gigabit per secondo, sia in download che in upload.
I cantieri. Nei 180 Comuni bianchi, quelli dove i gestori non hanno interesse a investire perché il numero dei residenti e quindi dei fruitori non giustificherebbe l’investimento, Open Fiber ha già aperto 109 cantieri. Nelle zone a fallimento di mercato, Open Fiber è concessionaria del bando pubblico Infratel (soggetto attuatore del progetto banda larga del Ministero per lo sviluppo economico): si è aggiudicata i tre bandi pubblici per la copertura di circa 7 mila comuni distribuiti in 20 regioni italiane. Come detto, in Friuli Venezia Giulia saranno cablati 180 comuni, l’investimento complessivo ammonta a quasi 130 milioni di euro e 300 mila utente.
A ciascuno, infatti, è demandata la possibilità di decidere le modalità di attivazione dei servizi da erogare a cittadini e imprese. Mai come in questo momento, caratterizzato dall’emergenza sanitaria, si registra un incremento di domanda di fibra. A livello nazionale Open Fiber stima un aumento tra il 40 e il 70 per cento del traffico in dowload, mentre quello in upload arriva anche al 300 per cento. L’incremento è spiegabile al massiccio ricorso allo smart working che nei comuni privi di fibra è impossibile da adottare. Da qui la necessità di velocizzare gli interventi per coprire una carenza non più tollerabile.
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