Acqua inquinata La Regione è pronta ma i Comuni no
I sindaci contro Hydrogea: «La Val d’Arzino ha già dato» Riccardi e Scoccimarro: «Va trovata prima un’intesa»
Rischia di essere stata un’occasione persa il vertice convocato dalla Regione per risolvere il problema dell’acqua inquinata nei Comuni della Val d’Arzino. Se infatti la giunta regionale è disponibile a trovare fonti di finanziamento per un progetto strutturale, quello che continua a mancare – e anche ieri è stato confermato – è un’intesa territoriale sulle soluzioni possibili. Hydrogea ha presentato un progetto, ma per ora dai Comuni è arrivato un no secco.
C’erano proprio tutti ieri a Palmanova: la Regione con gli assessori Riccardo Riccardi e Fabio Scocimarro e gli staff delle direzioni salute, protezione civile e ambiente. C’era anche l’azienda sanitaria del Friuli occidentale, c’erano le tre società del servizio idrico integrato ovvero Hydrogea (proprietaria della presadi Comugna che è danneggiata) Lta e Cafc, proprietarie degli acquedotti; infine c’erano i Comuni serviti dalla presa danneggiata che rappresentano quelle comunità che, dopo gli ultimi eventi di maltempo, convivono con il rischio della mancanza di potabilità dell’acqua, bene primario: Arba, Castelnovo, Cavasso, Clauzetto, Fanna, Forgaria, Meduno Pinzano, Sequals, Travesio, Vito d’Asio, Vivaro.
Il messaggio che i Comuni hanno lanciato è piuttosto chiaro: «La Val d’Arzino ha già dato». I Comuni non vogliono interventi che, a loro dire, rappresentano una forma di espropriazione dell’acqua pubblica. I problemi però nel territorio sono due: trovare una soluzione di transizione – e ieri è emersa l’ipotesi di aprire vecchie prese, ma neanche questa sembra piacere ai Comuni – e una definitiva. Hydrogea ha studiato un progetto (valore 8 milioni di euro) che metterebbe fine ai disagi attuali, ma gli enti locali al momento non sembrano nemmeno disponibili a entrare nel merito della soluzione tecnica.
«Nell’attesa della definizione di interventi di miglioramento dei sistemi d’approvvigionamento idrico in Val D’Arzino è fondamentale che la società Hydrogea proponga in tempi rapidi soluzioni sostenibili e condivise con i sindaci per fornire acqua potabile ai Comuni del Friuli occidentale nei quali oggi si riscontrano gravi problemi d’approvvigionamento idrico – è stato il messaggio congiunto di Riccardi e Scoccimarro –. La Regione ha già dimostrato la massima disponibilità a dare il proprio supporto, per quanto di competenza, ma Hydrogea deve individuare assieme ai sindaci una soluzione in tempi ragionevoli per dare risposte ai cittadini, che non possono più essere costretti ad approvvigionarsi attraverso le autobotti». La palla, insomma, torna a Hydrogea.
Una opportunità può arrivare dai fondi a disposizione (un milione di euro a disposizione delle sette società di gestione regionali per l’ideazione di interventi) per i progetti di interconnessione degli impianti di erogazione dell’acqua potabile. Prima però serve un patto territoriale. —
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