Ex consigliere comunale e progettista di talento: ecco chi è l'architetto morto per Covid a 59 anni
Alessandra Ceschia
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SAPPADA. È morto nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Udine Mario Puntil, 59enne architetto, già consigliere comunale di opposizione a Sappada.
Aveva contratto il Covid-19 una ventina di giorni fa, quando il virus aveva contagiato altri quattro suoi familiari. In seguito all’aggravarsi delle sue condizioni, l’8 ottobre era stato ricoverato all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, quindi accolto nel reparto di Terapia intensiva, nel quale è deceduto venerdì sera.
La famiglia di Mario Puntil era originaria di Rigolato, dove il padre Antonio era medico di base. Dopo aver completato gli studi all’istituto Marinoni di Udine, si era iscritto alla facoltà di Architettura di Venezia, dove si era laureato.
Il consigliere dell’Ordine degli architetti di Udine Ermes Ivo Buzzi lo ricorda come un bravo e valido progettista, molto legato al territorio e attento all’architettura alpina contemporanea, uomo semplice, gioviale, ma di profonda cultura».
Assieme al fratello Piero aveva gestito la seggiovia Monte Siera, un impianto realizzato negli anni Cinquanta. Poi, dopo una lunga esperienza nel settore turistico, si era dedicato unicamente alla sua professione. La ventennale collaborazione avviata con l’architetto Aldo Kratter era stata la naturale conseguenza di un’amicizia di vecchia data che si era consolidata durante gli studi universitari.
«Insieme, abbiamo progettato numerosi edifici residenziali a Sappada, siamo stati amici d’infanzia, poi abbiamo condiviso il periodo della formazione universitaria, quindi l’attività professionale, che Mario Puntil affrontava con serietà e preparazione. Mancherà molto alla comunità per il suo carattere aperto e disponibile che tutti conoscevano».
Puntil aveva fatto parte del gruppo di opposizione consiliare nella scorsa legislatura, a patire dal 2014, con il gruppo “Sappada cambia”. Di lui il sindaco Manuel Piller Hoffer, che esprime la vicinanza dell’amministrazione ai familiari, alla madre Lucia, ai fratelli Donata e Piero e ai nipoti, ricorda l’impegno.
«Corretto e preparato, sempre sorridente e con la battuta pronta – commenta il primo cittadino – nella sua attività in minoranza ha sempre impostato un rapporto collaborativo, impegnandosi a cercare soluzioni ai problemi».
Ha fatto parte sin dalla nascita del gruppo di referendari che ha lavorato per portare Sappada in Friuli. Avvenuto il passaggio, pur essendo in minoranza in Comune, ha lavorato con impegno per facilitare gli adempimenti amministrativi che si sono resi necessari.
Appassionato di caccia, per un ventennio ha fatto parte del consiglio di gestione della Riserva di Sappada. Ottenute le abilitazioni di cacciatore selezionatore e di esperto di trofeistica, ha svolto la funzione di valutatore di trofei nell’ambito della Riserva e in ambito provinciale.
«Una sua grande passione – come ricorda il fratello Piero – era il calcio e in particolare la squadra di Sappada che seguiva assiduamente, era normale vederlo sugli spalti durante le partite, faceva il tifo per l’intera formazione nella quale militava uno dei suoi amati nipoti».
La sua esistenza, interrotta prematuramente da un virus che si è manifestato in tutta la sua violenza, gravitava intorno alla sua professione, alle passioni che coltivava e agli affetti familiari e, in particolare, alla mamma Lucia di cui si occupava con dedizione e con la quale viveva. La data dei funerali non è stata ancora fissata. —
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