Le cimici invadono i frutteti della Bassa e del Medio Friuli: a rischio il raccolto
Francesca Artico
SAN GIORGIO DI NOGARO. La Bassa friulana centrale e il Medio Friuli, di nuovo sotto attacco delle cimici: la terribile Halymorpha halys, meglio nota come cimice asiatica, e l’autoctona Nezara Viridula sono ricomparse nei frutteti, negli orti e nelle abitazioni. Solo a fine raccolta sarà possibile quantificarne i danni.
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A esserne colpiti soprattutto i meleti tardivi (mele Fuji) e le piantagioni di kiwi, ma gli insetti attaccano anche cachi e noci, dislocati nelle zone tra San Giorgio di Nogaro, Porpetto, Castions di Strada, Mortegliano e l’hinterland codroipese, tanto che i coltivatori, quando ormai pensavano di aver superato la fase critica relativa al mese di settembre, devono adesso fare i conti con una nuova invasione di questo insetto contro il quale da anni conducono una lotta accanita.
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La vespa samurai utilizzata nei frutteti per contrastare biologicamente la cimice, qualche risultato lo ha prodotto, ma non è così eclatante come auspicato dai coltivatori. Le reti “anticimice”, con le quali sono state protette le piantagioni, hanno soltanto ridotto l’impatto.
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Come spiega il presidente di Copagri Fvg, Valentino Targato, «il ritardo con cui si è presentato quest’anno questo parassita è dovuto al fatto che nelle prime tre settimane di giugno, a causa della pioggia e delle temperature non in linea con la stagione, non è riuscito a deporre le uova per riprodursi. Lo hanno fatto con l’arrivo del bel tempo: di qui la ricomparsa posticipata di un mese nell’autunno. E così elle piantagioni di kiwi e di mele, i danni sono assicurati in quanto gran parte del prodotto risulta non più commercializzabile».
«Quello che preoccupa Copagri Fvg – prosegue il presidente dell’associazione – è che gli insetti sono riapparsi in un periodo in cui cercano un luogo caldo in cui “svernare”, pertanto saranno pronti per la primavera 2021 a riprodursi in modo consistente. Io temo che il prossimo anno possa verificarsi una invasione.
Allora – conclude Targato – si rivela quanto mai necessario riuscire a far sedere intorno a un tavolo il mondo scientifico e quello istituzionale oltre ai rappresentanti delle associazioni di categoria, per trovare una strategia comune per combattere questo insetto che tanti danni provoca ai frutteti e di conseguenza alla vendita dei prodotti». —
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