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Il sì dei sindaci: due Comunità montane

In 18 su 27 hanno scelto il doppio ente. Carrara (Erto e Casso): «Ora Carli si dimetta e si nomini un commissario super partes»

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Le Comunità di montagna saranno due: l’hanno deciso 18 dei 27 consigli comunali interessati dalla questione del post Uti delle Valli e Dolomiti friulane. Una strada già segnata, quella della vittoria del doppio ente: da mesi la maggioranza dei sindaci si era espressa in tal senso (erano sufficienti 14 sì) e oggi scade il termine per le assemblee civiche per pronunciarsi, ma i giochi sono fatti.

Otto erano quelli a favore di un’unica Comunità: i primi cittadini di Arba, Frisanco, Maniago, Meduno, Sequals, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto e Vajont, che hanno confermato la propria posizione. Claut, invece, ha preferito la via dell’astensione: il sindaco Gionata Sturam è fresco di nomina (succede a Franco Bosio) e, non avendo seguito i passaggi precedenti in qualità di amministratore, ha optato per non prendere una posizione. Fissata anche la delimitazione geografica di massima delle due Comunità: la prima, quella Ovest, comprende Andreis, Claut, Erto e Casso, Cimolais, Barcis, Polcenigo, Budoia, Caneva, Aviano. La seconda, quelle Est, è composta da Maniago, Vajont, Montereale Valcellina, Frisanco, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Meduno, Cavasso Nuovo, Fanna, Arba, Vivaro, Vito d’Asio, Clauzetto, Castelnovo del Friuli, Travesio, Pinzano al Tagliamento, Sequals, Spilimbergo.

«Entro metà dicembre, i Comuni che non hanno deliberato a favore dei due enti dovranno stabilire con chi stare: è chiaro che il principio da rispettare dovrà essere quello della continuità territoriale – ha annunciato il sindaco di Erto e Casso, Fernando Carrara –. La decisione, comunque, sarà oggetto di confronto con tutti e sarà votata dai 27 Municipi».

Ma al di là delle aggregazioni, Carrara auspica che venga nominato «un commissario che porti a compimento l’iter relativo all’Uti delle Valli e Dolomiti friulane. Un’operazione che non può essere condotta dall’attuale presidente dell’Unione, Andrea Carli: chiedo a quest’ultimo di fare un passo indietro. Serve una persona aperta, disponibile alla vera condivisione e che sia super partes. Diversamente rischiamo di finire nelle solite logiche dettate dalla visione “Maniagocentrica” che ha contraddistinto l’operato del presidente Carli sin dalla nomina».

Quanto al timore dei sindaci che volevano un’unica Comunità, si era parlato di spreco di un’occasione per il futuro. «Con un’unica Comunità di montagna si apre uno scenario unico che ci porterà a contare di più a livello anche nazionale e ad assicurare uno sviluppo intercomunale importante – avevano detto –. Personalismi e egoismi non possono farci sprecare un’opportunità irripetibile».–



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