Medici contagiati: slitta la conversione di Spilimbergo in ospedale Covid
L’apertura prevista per oggi rinviata a data da destinarsi. Tempi lunghi per potersi sottoporre al test molecolare

PORDENONE. Contrordine: l’ospedale di Spilimbergo, che doveva essere attivato oggi in modalità Covid, non aprirà a causa del contagio di alcuni medici che dovevano andarci a lavorare. Intanto sul territorio ci vogliono tempi lunghi per ottenere il tampone molecolare.
Dopo il rinvio della settimana scorsa, causa mancanza di operatori, l’apertura era stata fissata per oggi. Attesa dagli stessi sanitari a fronte dell’elevato numero di ricoveri di Pordenone. Ieri, però, in Asfo hanno dovuto rivedere i piani: apertura spostata a data da destinarsi, forse nel fine settimana o la settimana prossima.
Il motivo è ancora il personale: l’apertura avrebbe dovuto avvenire con i medici provenienti dall’ospedale di Pordenone. Ma ieri alcuni di loro sono risultati positivi al Covid-19 e, quindi, senza medici il reparto non si può aprire. Adesso si attende venerdì quando è previsto un nuovo screening tra i dottori, con la speranza che si negativizzi qualcuno.
Il personale di Spilimbergo, quindi, rimane per ora in supporto a Pordenone per affrontare l’emergenza. Spilimbergo avrebbe dovuto dare una boccata di ossigeno al Santa Maria degli Angeli alle prese con oltre 160 ricoverati, tra posti letto ordinari e la terapia intensiva. Inizialmente erano previsti 15 posti letto per poi salire a 35, anche se tra chirurgia e medicina l’ospedale periferico può arrivare a 60 letti.
Intanto sul territorio c’è il problema dei tamponi molecolari. Sono quelli effettuati dall’Asfo nei punti di prelievo tra cui il drive in del Deposito Giordani e quello all’ospedale di Maniago (dovrebbe essere prossimo all’apertura anche quello a Gleris di San Vito al Tagliamento). Alcuni medici di medicina generale, infatti, lamentano tempi troppo lunghi tra la prescrizione del tampone e la data dell’appuntamento, in alcuni casi anche sei o sette giorni.
I medici di medicina generale chiedono il tampone su moduli specifici: una domanda circostanziata con la descrizione dei sintomi e, nel caso sia stato fatto, l’esito del test rapido. Richiesta che viene mandata in Asfo, ma appunto in diversi casi capita che dalla richiesta all’appuntamento passino diversi giorni. Problema giustificato dal sovraccarico di lavoro dovuto all’incremento dei casi che si è registrato nelle ultime settimane. E che potrebbe aumentare quando tutti i medici di medicina generale effettueranno i tamponi rapidi, con la possibilità di individuare, e bloccare subito, eventuali positivi, ma che dovranno essere confermati dal test molecolare.
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