Si allarga il focolaio in carcere a Tolmezzo, i detenuti positivi salgono a 118
Gli esiti degli ultimi test portano i contagiati complessivi a 127 di cui 19 dipendenti. Nel capoluogo carnico 235 infettati. L’appello del sindaco: serve più prevenzione

Salgono a 127 i contagiati nel carcere di Tolmezzo: 118 sono detenuti, mentre altre due positività riguardano il personale che complessivamente, quindi, arriva a 19 persone infettate. È quanto rivelano gli ultimi esiti dei tamponi eseguiti nei giorni scorsi e i numeri sono ancora provvisori. È stato avviato, infatti, un nuovo round di tamponi tra personale e popolazione carceraria.
A dettare l’agenda delle azioni da porre in essere dal punto di vista sanitario, accanto alle misure anti-contagio già in atto all’interno della casa circondariale di Tolmezzo, è in questo momento l’Asufc. «Secondo le indicazioni sanitarie – spiega la direttrice del carcere, Irene Iannucci – abbiamo proceduto a isolare all’interno delle singole sezioni i positivi, i negativi e i sospetti». Per sospetti si intendono i detenuti che erano in stanza con i positivi fino al momento in cui non si è scoperta la loro positività, ma che al primo tampone sono risultati negativi. Per precauzione, quindi, i sospetti vengono separati. «Quotidianamente vengono fatte le sanificazioni e l’igienizzazione – prosegue Iannucci – e siamo in attesa tra domani e l’inizio della prossima settimana di effettuare un secondo giro di tamponi a tutto il personale e a tutti i detenuti». I detenuti positivi sono per ora 118 su 203, mentre tra il personale vi sono 19 positivi tra polizia penitenziaria e amministrativi.
Ieri a Tolmezzo, secondo le ultime comunicazioni giunte al sindaco, Francesco Brollo, su tutto il territorio sono state registrate 235 positività (tre in meno rispetto a lunedì e 17 in più rispetto a domenica), che comprendono anche i cluster in carcere e alla casa di riposo, cioè il grosso dei contagi. Vi sono tuttavia anche altri positivi diffusi nel capoluogo carnico. «La partita decisiva – dice Brollo – la si gioca sul territorio. È vero che servono posti letto e un ospedale forte, ma più si riesce ad agire e a prevenire il contagio sul territorio, meno si manda in sofferenza l’ospedale, che sta soffrendo in maniera importantissima, soprattutto al Pronto soccorso. Le falle del sistema e i problemi nascono quando una persona deve attendere tanti giorni per fare il tampone e tantissimi giorni per avere il risultato. E questo si mescola al fatto che non sempre tutti hanno la dovuta cautela nei comportamenti, perchè, per esempio, se faccio il tampone e mentre attendo l’esito continuo a girare, se sono positivo rischio di portare in giro il virus. Le persone vanno seguite anche a casa, mentre tante non riescono a essere seguite neanche al telefono. Tutte situazioni che poi si riversano sull’ospedale e il rischio così è di arrivare troppo tardi o quando la situazione è critica. Se siamo a questo aumento di contagi – conclude Brollo – è perché non si è riusciti evidentemente a tracciare per tempo, a dare i risultati dei tamponi per tempo, a far fare i tamponi per tempo e a seguire le persone ammalate che sono a casa. Concentriamoci sul territorio». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori