UDINE. Puntuale all’appuntamento d’autunno, è arrivata l’influenza. Che, rispetto agli anni passati, soffrirà sul fronte della rilevazione, con i medici di medicina generale (molti dei quali nel ruolo di “medici sentinella” che si fanno carico del monitoraggio) già oberati di lavoro a causa del coronavirus. Rispetto all’avvio della sorveglianza, scattato il 9 novembre, a oggi, è stato redatto infatti un solo rapporto Influnet sui casi diagnosticati nel Paese, peraltro abbastanza parziale. «A causa dell’ emergenza Covid-19, alcune Regioni sono in una fase organizzativa e non tutti i medici partecipanti alla sorveglianza Influnet hanno reso disponibili i dati da loro raccolti».
In regioneDalle informazioni disponibili si desume dunque che nella 47esima settimana del 2020, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali sia ai livelli di base, pari a 2,58 casi per mille assistiti. Un dato abbastanza omogeneo, fatta eccezione per Piemonte e Provincia autonoma di Trento, che hanno invece già segnalato un’incidenza maggiore. Sulla base dell’impatto rilevato, si stima dunque che in Friuli Venezia Giulia poco più di 3 mila persone abbiano contratto l’influenza o soffrano di sindromi para-influenzali.
I virus
Dalle prime diagnosi confermate dal laboratorio, i virus in circolazione in questo autunno-inverno sono quelli previsti. Identificato infatti il virus A sottotipo H3N2, uno dei tre compresi nel vaccino antinfluenzale. Secondo gli esperti potrebbero essere 4 i virus influenzali in circolazione (due ti tipo A e due di tipo B), che in teoria dovrebbero avere una capacità diffusiva piuttosto elevata.
Diversamente dal passato, però, molte delle nostre abitudini sono cambiate (distanziamento sociale in primis) e le raccomandazioni del passato (coprire naso e bocca quando si tossisce o si starnutisce, lavarsi spesso le mani ecc.) sono diventate prassi quotidiana, e questo probabilmente ci aiuterà nel contrasto all’epidemia di influenza.
Vaccini
Cosa di non poco conto se consideriamo l’esistenza della pandemia da Covid-19 già in atto, che ridurrebbe i margini di assistenza ai pazienti fragili che dovessero contrarre l’infezione. Naturalmente il primo baluardo di difesa è la vaccinazione.
I dati sull’adesione della popolazione target ancora non sono disponibili, ma sentendo i medici di medicina generale, non sono stati necessari molti solleciti per spingere le persone facenti parte delle categorie più a rischio, a sottoporsi all’immunizzazione - la campagna è ancora in corso -, tanto che la prima tranche di vaccini è andata esaurita e i medici attendono dalla Regione le nuove consegne. Numerose le lamentele, poi, nelle farmacie per l’indisponibilità di vaccini da parte di chi, pur non rientrando nella popolazione target, voleva proteggersi dall’influenza.