Morto a 81 anni “Mino” Pizzali: il suo bar era il ritrovo del paese
RIVIGNANO TEOR. Contagiato dal coronavirus, è scomparso a 81 anni Erminio Pizzali, ristoratore a Driolassa, e con lui una parte importante della storia del paese legata al suo bar, al quale le associazioni e la gioventù per decenni hanno legato i loro ricordi più cari.
“Mino”, come da tutti era conosciuto, aveva i suoi acciacchi, ma nessuno si sarebbe aspettato il decesso dopo il decorso fulminante del contagio nel giro solo di una settimana.
Vista l’età e la gravità della situazione sanitaria, non è stato neppure ricoverato in ospedale, ma si è spento in casa, assistito dalla moglie Odilla Bigotto e dalle figlie Francesca e Michela, quest’ultima Oss domiciliare nell’Ambito sociosanitario di Latisana.
La famiglia, già duramente provata dallo strappo, ha dovuto patire un ulteriore lutto: è morto ieri, positivo al Covid-19, il cognato di “Mino”, Ferruccio Di Lazzaro all’ospedale di Trieste, marito della sorella Bertilla residente a Palazzolo dello Stella, anche lei ricoverata in ospedale a Palmanova per aver contratto l’infezione.
Erminio era pure originario di Palazzolo: assieme ai sei fratelli ha dovuto mettersi a lavorare prestissimo nel forno di famiglia, con ancora più impegno dai 13 anni, dopo la morte del padre. Prima con la bici e poi con la Lambretta portava il pane nelle località vicine. A 15 anni cominciò a interessarsi alla boxe, allora “lo sport dei poveri”, rubando le ore al sonno per potersi allenare in palestra a Torviscosa e poi a Latisana.
Negli anni del “mito” di Nino Benvenuti, nel suo curriculum anche combattimenti agonistici regionali e nazionali. Ma il militare prima, concluso nel 1963, e l’impegno del lavoro poi, spensero il sogno dei guantoni.
Sempre presente nella comunità di Palazzolo, collaborò con l’Afds locale e nel 1967 avviò il gruppo Ana, di cui in seguito fu a lungo capogruppo. Tra la vulcanica attività di “Mino” anche la fondazione di un complesso musicale, che provava in casa Pizzali; nel 1976 lo vediamo impegnato per gli aiuti al Friuli terremotato.
La svolta a fine anni ’70 con la costruzione a Driolassa, paese della moglie (che lì faceva la parrucchiera), dello stabile e l’avvio del bar-pizzeria. Un locale innovativo per i tempi con biliardo, flipper, juke-box, diventato subito luogo di ritrovo dei giovani, delle associazioni anche sportive (sede dell’Udinese club), dei gruppi politici senza distinzione di colore.
Tuttora titolare del locale, il suo braccio destro è stata la figlia Francesca, che lo piange assieme a Michela e al fratello Andrea, a Odilla, ai nipoti e altri parenti e tantissimi amici.
Il sindaco di Rivignano Teor, Mario Anzil, ne ricorda «la figura di appassionato sportivo, componente di tante associazioni e soprattutto di gestore del proprio omonimo locale dove per tanti lustri assieme a tanti concittadini abbiamo trascorso tante ore liete» e si stringe alla famiglia con le condoglianze a nome di tutta la comunità. —
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