Il Covid si porta via don Erminio Cossaro, è il settimo decesso alla Casa della fraternità
Aveva 76 anni e aveva raggiunto il cinquantesimo anno di sacerdozio

UDINE. Se n’è andato un altro dei nostri parroci, una di quelle figure che per decenni hanno saputo accompagnare le comunità che erano state loro affidate. Nelle prime ore di giovedì 10 dicembre è spirato in ospedale a Udine don Ermino Cossaro. Aveva 76 anni e aveva a lungo svolto il suo servizio sacerdotale nella zona di Varmo. Da un paio d’anni era ospite della Fraternità sacerdotale, casa che accoglie i sacerdoti più anziani e che ha sede in città, in via Ellero.
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Nato a Talmassons nel 1944, aveva da poco raggiunto il cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale che, infatti, risale al 5 novembre 1970. Il suo primo ministero, che lo impegnò per ben dodici anni – come ricorda l’Arcidiocesi udinese che gli ha dedicato un ricordo sul suo sito ufficiale – «fu quello di cooperatore pastorale a Paularo. Nel 1982 giunse il primo incarico da parroco, sempre in Carnia: guidò infatti la parrocchia di Verzegnis prima di essere trasferito, dopo un anno di servizio, nella parrocchia di San Lorenzo di Sedegliano.
Dal 1990 divenne anche parroco di Rivis di Sedegliano, un incarico che mantenne fino a quando, nel 1997, l’allora Arcivescovo Alfredo Battisti lo nominò parroco di Canussio – carica che mantenne fino al 2004 –, Romans di Varmo e Roveredo di Varmo. Don Erminio guidò queste due parrocchie fino al 2018, quando lasciò la loro guida pastorale a don Franco Del Nin per ritirarsi in quiescenza nella Fraternità sacerdotale». Don Erminio Cossaro fu anche impegnato in ambito missionario: tra i vari incarichi, fu referente per le missioni dell’allora Forania di Rivignano-Varmo.
Anche don Erminio Cossaro, come buona parte degli altri ospiti della Fraternità sacerdotale, era risultato positivo al Covid e, per questo motivo, era ricoverato all’ospedale Santa Maria della Misericordia da circa una settimana. «Ultimamente lo avevo incontrato – racconta don Igino Schiff, responsabile della struttura che accoglie i religiosi più anziani – e mi era sembrato in discrete condizioni di salute. Non pensavo che nel suo caso il coronavirus avrebbe vinto. Era una persona serena, si stava bene in sua compagnia. Era ancora autonomo e amava fare passeggiate qui nei dintorni. So che era un parroco benvoluto che, negli anni, aveva saputo creare tante forti amicizie e instaurare rapporti di collaborazione anche con i paesi vicini».
E la conferma arriva proprio da don Franco Del Nin: «Don Cossaro era parroco a Romans e Roveredo di Varmo – ricorda – e non mi ha mai fatto mancare il suo sostegno. Ogni volta che avevo un impedimento, era disponibile a sostituirmi. Più in generale, era una persona sempre gentile, affabile e, allo stesso tempo, discreta». «Era un uomo umile e qui ha sempre lavorato con passione e dedizione» sono poi le parole dell’ex sindaco di Varmo, Sergio Michelin.
«Purtroppo per via di questa epidemia non abbiamo potuto neanche festeggiare i suoi cinquant’anni di sacerdozio – spiega il fratello di don Erminio, Achille – perché era già stato contagiato. E ora abbiamo dovuto dirgli addio. Era originario di Sant’Andrat del Cormor, frazione di Talmassons. Ha dedicato tutta la sua vita e tutto sé stesso ai “suoi” paesini: prima Paularo, poi Verzegnis e San Lorenzo di Sedegliano, per arrivare a Varmo». Don Erminio Cossaro è il settimo religioso della Fraternità sacerdotale che il Covid si porta via. La data delle esequie non è ancora stata fissata.
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