Arzino, Tosoni incontra i consiglieri Il Pd: «Intervenire sull’acquedotto»
VITO D’ASIO
«Noi non siamo quelli del no a tutto, a prescindere. Le prese su corso d’acqua sono una rarità e si portano sempre dietro problemi di sicurezza sanitaria, perché l’acqua è prelevata in superficie e quindi non è protetta da eventuali inquinanti, e di torbidità». Argomentazioni che Dario Tosoni, referente del Movimento tutela Arzino, ha spiegato ad alcuni consiglieri regionali in occasione di un incontro organizzato dal consigliere del Patto per l’autonomia Giampaolo Bidoli. «Nel caso specifico – ha aggiunto Tosoni – c’è l’esposizione ad un rischio sismico elevato e al fatto che le tubazioni attraverserebbero una serie di faglie attive».
Il dibattito sul potenziamento della presa idrica sul Comugna, affluente dell’Arzino che nasce nel comune di Tramonti di Sotto, è così arrivato dritto al cuore del consiglio regionale, nella sua sede a Trieste. «Erano presenti con me i consiglieri Luca Boschetti (Lega), Furio Honsell (Gruppo Misto) e Chiara Da Giau (Pd)» spiega Bidoli sottolineando come dall’incontro sia emerso che «le buone pratiche nelle opere di approvvigionamento a scopo idropotabile sconsigliano i prelievi da corsi d’acqua montani perché i manufatti di presa sono esposti alla capacità distruttiva che i corsi d’acqua acquistano quando sono in piena».
Argomento, quello relativo all’emergenza idrica della Pedemontana pordenonese, peraltro sollevato in consiglio regionale anche dai consiglieri regionali del Pd Sergio Bolzonello, Nicola Conficoni e dalla stessa Da Giau, firmatari di un emendamento alla legge di Stabilità 2021 attraverso il quale si destinavano 1,5 milioni di euro per il finanziamento della progettazione complessiva e dei lavori urgenti per la captazione e potabilizzazione dell’acqua per la fornitura idrica a uso domestico e industriale del territorio.
«Con diversi atti – spiegano i consiglieri dem – da interrogazioni a mozioni, da oltre un anno sosteniamo non solo la necessità, ma anche l’urgenza di un intervento sull’Acquedotto Destra Tagliamento, in modo da garantire la continuità del servizio idrico e quindi l’erogazione dell’acqua a cittadini e imprese della pedemontana pordenonese». «I due milioni destinati dallo Stato alla Regione Fvg per l’intervento – spiegano – coprono solo una parte del progetto presentato dai gestori ed è proprio per questo che abbiamo chiesto alla giunta di stanziare ulteriori 1,5 milioni. Il piano va però approfondito soprattutto nella parte in cui prevede la presa d’acqua dall’Arzino che riteniamo sia da tutelare ricercando soluzioni alternative». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori